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Ninetto Davoli ha criticato la frase del consigliere An |
Riceviamo e pubblichiamo - In merito alla triste vicenda che ha visto il consigliere comunale di An Luciano Perugini bollare come ricchione Pier Paolo Pasolini, al quale il comune di Soriano nel Cimino ha deciso di intitolare un parco pubblico nella frazione di Chia, l’Arci Comitato Provinciale desidera esprimere una sua riflessione.
Se anche uno dei personaggi più importanti della letteratura italiana del Novecento, tantopiù legato a questo territorio da un amore profondo che lo ha portato a Chia negli ultimi anni della sua vita, viene chiamato volgarmente ricchione, allora c’è una serie di problemi culturali che risulta essere ancora lontana dall’essere affrontata da una fetta della classe politica attuale.
Da una parte l’ignoranza evidente che non permette di riconoscere l’importanza del personaggio Pasolini; dall’altra, ancor più grave, l’impossibilità di vedere un omosessuale come una persona che (pensi consigliere Perugini!) contribuisca in modo decisivo a produrre elementi culturali di rilievo.
E’ chiara la matrice storaciana dell’intervento, che fa parte di un’ondata che, in nome di un finto familiarismo, non perde occasione per impegnarsi contro la concessione dei diritti civili agli omosessuali.
Dal famoso “Ah frocio” di Storace al nostrano “Ah ricchione” di Perugini non passa molto insomma, l’intento è sempre quello: ribadire una concezione squallida e maschilista secondo cui una persona gay è malata e deviata rispetto alla “norma”.
Dall’Arci un invito a rispondere pubblicamente al consigliere Perugini al quale diciamo che se a parer suo l’unica cosa rilevante di Pasolini era essere ricchione, allora siamo tutti ricchioni!
Arci Viterbo