Senza filtro - “Quella che ci troviamo davanti è una opportunità storica, nei cui confronti la classe politica viterbese, nella sua interezza, senza distinzioni o divisioni, è chiamata a mostrare la propria maturità.
Il clima bipartisan che ha accompagnato le fasi che hanno preceduto la scelta del ministro Bianchi costituisce un precedente virtuoso, e forse inedito, nella tormentata storia delle relazioni politiche e istituzionali della Tuscia.
Ora occorre evitare che la cultura dell’orticello, vizio antico viterbese, torni a fare proseliti: questa sciagurata ipotesi, infatti, sarebbe l’anticamera di un fallimento che le generazioni che verranno non ci perdonerebbero”.
Il presidente di LAit spa, Regino Brachetti, rompe la consegna del silenzio che si era imposto subito dopo il via libera dato alla localizzazione del terzo scalo aeroportuale civile del Lazio nella città dei Papi, per fare alcune riflessioni che riguardano l’immediato futuro dell’intervento.
Per Brachetti, tessitore dei rapporti con i vertici Enac ai tempi in cui era assessore regionale, dai quali è sfociato il famoso e decisivo rapporto che ha privilegiato l’indicazione di Viterbo, quello che si apre è uno scenario ancora tutto da definire.
“Non credo ci sia bisogno di sottolineare che il territorio è assolutamente impreparato ad un’operazione di tale portata, e che, viceversa, l’obiettivo temporale che questa impone è molto ristretto, specialmente se si considerano i tempi biblici con cui siamo abituati a confrontarci, ogni qual volta entra in agenda l’argomento infrastrutture prosegue Brachetti occore dunque uno sforzo straordinario, che deve coinvolgere ogni componente della società viterbese.
La classe dirigente di questa provincia, forse per la prima volta si trova di fronte ad una prova senza appello: e se è vero che un’occasione come questa non capiterà mai più, viceversa, il suo successo si può trasformare in un moltiplicatore di sviluppo dagli effetti difficilemente stimabili.
Ma questo aspetto implica una seconda riflessione: oggi l’Europa è piena di aeroporti low cost, dei quali i milioni di viaggiatori che ci hanno fatto scalo ricordano a stento il nome.
Il compito di tutti è fare in modo che Viterbo non subisca la stessa sorte: questo può accadere soltanto adeguando offerta e appeal territoriali, anche in termini di ricettività, oggi totalmente insufficiente.
Solo intercettando, da subito, almeno una parte di quei milioni di passeggeri, si avranno i benefici attesi per il territorio. Altrimenti a prosperare saranno soltanto le aziende di trasporti con collegamenti per la Capitale” conclude Brachetti.