Riceviamo e pubblichiamo - Domenica scorsa, durante la trasmissione "Uno mattina", si è parlato della fabbrica eternit di Casale Monferrato ed ovviamente si è parlato di amianto.
La fabbrica del noto materiale, per chi non lo sapesse, è stata sepolta dentro un sarcofago di cemento. I dati forniti devono essere divulgati in ogni angolo della nostra Tuscania: i casi di tumore della pleure e dei polmoni, mesotelioma ed asbestosi, riconducibili all'amianto sono quantificati in 3-4mila all'anno dopo 30-40 anni di incubazione.
Il picco previsto, se non ricordo male, per gli anni 2013-2015, potrebbe slittare più avanti per il nostro paese.
Davanti a queste notizie non c'è più tempo da perdere rimpallandosi responsabilità e competenze: bisogna solo agire, e di gran carriera.
Ho appreso dalla stampa che l’associazione “Acquaforte onlus” ha espresso apprezzamento per l'attenzione ricevuta dall'Amministrazione Comunale, in particolare dal vicesindaco Fusco, che li ha messi al corrente di come la politica attuale del Comune sia quella di sbloccare quelle annose situazioni di immobilismo che hanno caratterizzato il turismo a Tuscania.
Il problema che sto risollevando riguarda anche il territorio della nostra Riserva Naturale: dove vogliamo portare i turisti? A prendere una bella boccata d’amianto?
Ricordo che il citato vicesindaco svolge la professione di medico. Voglio sperare che egli, assieme alla sua preoccupazione per il rilancio turistico e culturale del nostro paese, prenda a cuore il problema della rimozione dell’amianto sparso per il territorio comunale stimolando i suoi colleghi, tutti egualmente imputabili di inerzia, per affrontare e risolvere il problema che ormai si sta prolungando oltremodo.
Non si riesce veramente a capire dove, come e perché si sia fermato il denaro stanziato ed affluito dalla cassa regionale a quella provinciale per poi essere utilizzato nei singoli comuni beneficiari.
Le responsabilità vanno equamente divise tra le istituzioni: Regione, Provincia e Comune che, per combinazione, sono tutte di centro sinistra: alla faccia dell’attaccamento all’ambiente ed alla sua salvaguardia.
I fondi dovevano essere gestiti più celermente dalla Provincia: stanno giocando con la nostra salute e di quella di coloro che attraversano il nostro territorio. A chi giova questo ritardo?
Voglio concludere con la speranza che fra 40 anni non si debba registrare a Tuscania, rispetto alla media nazionale, un picco anomalo dei tumori legati all’amianto: se così fosse saremo in grado di dare nome e cognome ad alcuni dei corresponsabili.
l presidente del Circolo
An di Tuscania
Nazzareno Mencancini