Riceviamo e pubblichiamo
- Che la politica, forse non solo a Viterbo ma in tutto il Paese, sia improntata più sulle ragioni dello scontro tra avversari, piuttosto che sul dialogo e sul confronto nella ricerca delle soluzioni migliori per i cittadini, è sicuramente vero.
Che serva una nuova stagione politica, capace di superare lo schema buoni/cattivi determinato di fatto da un sistema bipolare improprio e da una legge elettorale bisognosa di miglioramenti, è altrettanto vero.
Che il primo però ad aver usato lo schema “chi non è con me è contro di me” in questa città anche all’interno della sua stessa maggioranza sia stato il sindaco Gabbianelli mi pare del tutto assodato.
Accusare oggi il consigliere Bruno di non agire nell’interesse generale della collettività è un’azione che non fa onore al sindaco e svia l’attenzione dalle vere questioni che riguardano il Consiglio.
La verità è che non esiste più, e forse non è mai esistita, una effettiva maggioranza politica a Palazzo dei Priori e l’unica azione seria sarebbe il prenderne atto e tornare il più presto a votare.
La “felice” colpa di Severo Bruno cui va tutta la mia solidarietà per l’accusa ingenerosa rivoltagli ma anche del resto dell’opposizione è quella di aver pensato che discutere, ragionare, suggerire, proporre e, quando serve, criticare fosse il compito del Consiglio Comunale.
Angelo Allegrini