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L'ingresso del salumificio
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- I carabinieri di Viterbo, guidati dal capitano Marco Ciervo hanno arrestato tre persone con l’accusa di furto aggravato (R.V., 34enne, operaio di Fabrica di Roma, N.C., 49enne, operaio di Fabrica di Roma e V.L., 36enne di Vignanello).
I militari erano sulle loro tracce già da qualche tempo a seguito di ripetuti furti al salumificio Di Marco, sulla Cimina.
Ieri notte, nel corso dell’ennesimo servizio di appostamento, i carabinieri hanno notato uscire dallo stabilimento una Renault Clio con due persone a bordo.
Percorsi alcuni chilometri, l’auto è stata bloccata dai militari i Canepina che hanno rinvenuto a bordo dell’auto venti prosciutti, 2.100 euro rubati dalla cassaforte dell’azienda, un passamontagna e una torcia da minatore.
A bordo dell’autovettura, sono identificati ed arrestati i due uomini di Fabrica di Roma, di cui uno è risultato essere un operaio dell’azienda.
L’operazione però non si è conclusa ed è proseguita con perquisizioni da parte dei carabinieri di Soriano nel Cimino nelle abitazioni dei due arrestati che ha portato al rinvenimento, nella appartamento del dipendente della Di Marco di altri dieci prosciutti.
Le perquisizioni sono poi state estese anche ad un’altra abitazione, di proprietà di V.L. di Vignanello, altro dipendente, sospettato di essere il basista della banda. Qui sono stati ritrovati altri otto prosciutti.
Le indagini hanno consentito di stabilire che i due dipendenti infedeli, procurandosi con un sotterfugio copia delle chiavi dello stabilimento e della cassaforte, avevano attivato già da tempo un vero e proprio commercio clandestino dei prodotti rubati al proprio datore di lavoro, come è possibile dedurre sia dalla quantità dei prosciutti asportati, sia dal materiale rinvenuto in casa, idoneo alla conservazione ed al confezionamento dello stesso.
I tre uomini sono stati rinchiusi nel carcere di Mammagialla a disposizione dell’autorità giudiziaria.