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Paolo Caravello
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Riceviamo e pubblichiamo - Le dimissioni di Peruzzi e Caravello, un segnale da non sottovalutare.
Apprendo con enorme e profondo dispiacere che alcuni dei più validi ed attivi dirigenti di An di Viterbo, hanno deciso di abbandonare Alleanza Nazionale, perché mi si dice, non condividono più la linea politica sia a livello locale sia a livello nazionale ed in particolare il comportamento della nuova presidenza provinciale e le ultime scelte operate dal presidente Fini.
Caravello e Peruzzi, con cui abbiamo lavorato insieme per lungo tempo, sono stati tra i maggiori "responsabili" delle vittorie di questo partito negli
ultimi anni, dalla riconferma del sindaco Gabbianelli alla elezione della senatrice Allegrini, sempre in prima fila e alla testa del gruppo.
Ma purtroppo An, in particolare con le ultime gestioni a livello provinciale ha fatto del tutto per mettere in disparte validi dirigenti e militanti, che avevano forse come difetto quello di pensare ed agire, senza sottostare a veti e imposizioni di cui ne conosciamo bene ormai la genesi.
Non sappiamo bene quali circostanze in particolare li abbiano portati a lasciare e se come si dice aderiranno ad altre formazioni politiche, ma quello che possiamo auspicarci che ci ripensino e continuino la battaglia contro i personalismi e i "vecchi colonnelli" da dentro Alleanza nazionale.
Alleanza nazionale da un paio di anni a Viterbo è divenuta "irresponsabile", nel senso che sembra ormai più nessuno sia in grado di assumersi le proprie responsabilità o fare pubblica ammenda di aver sbagliato e magari farsi da parte, amministratori e dirigenti di partito che siano: basti pensare a Vetralla, alle note vicende di Viterbo, della Asl, del Siit, e altre infinite questioni irrisolte.
Il non applicare lo statuto e le regole, paradossalmente, sembra ormai diventato la regola in An a Viterbo.
Ma questo non possiamo accettarlo perché An, ci è stato insegnato tempo addietro, è un'altra cosa.
Siamo ancora convinti che con un balzo di orgoglio questo partito possa davvero riavvicinarsi alla gente, non alle poltrone, ai valori di fondo, non ai sondaggi elettorali.
Un partito di destra forse non è quello che ad oggi sembra essere diventato An a Viterbo e provincia.
Sperando che la pausa estiva possa portare a tutti noi consiglio, l'auspicio che possiamo farci da qui in avanti è quello di leggere che al nostro partito abbiano aderito nuovi e validi movimenti, professionisti e semplici cittadini perché attratti dal modo di fare politica e amministrazione e mai più che qualcuno se ne vada perché non riesce ad avere voce e risposte sensate al (giusto e sacrosanto) "Cahier de doléance".
Andrea Rocchi