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Riceviamo e pubblichiamo
- La presenza inaspettata al consiglio provinciale aperto del 30 luglio del comitato per un ripensamento confronto sulle problematiche che solleva la costruzione di un aeroporto di servizio a Viterbo, e a servizio degli aeroporti a Roma di Ciampino e di Fiumicino, ha sollevato non poche polemiche con inaspettate prese di posizione, con caustiche illazioni, con superficiali deduzioni, con tanta esaltazione di verità dogmatiche e precostituite.
L’aeroporto è cosa buona, bella e giusta, l’Enac ha dato parere tecnico favorevole alla fattibilità, quindi sa da fare.
I maggiorenti politici presenti in aula, pur di non rinunciare all’etichetta dell’ambientalismo, hanno promesso rispetto e attenzione per la valutazione dell’impatto ambientale da eseguirsi però dopo la realizzazione dell’opera.
L’esperienza rovinosa del volo di Icaro dovrebbe insegnare che è più saggio, prima confrontarsi, e poi realizzare le opere.
È stato detto o lasciato capire chiaramente che le conquiste della scienza sono tutte e sempre insindacabilmente fonti indiscusse di sviluppo e benessere, e che quindi nessuno può mettere in discussione la loro utilizzazione.
L’idèal dei poeti “maledetti” che ha pervaso la quasi totalità dei partecipanti all’assemblea, come qualcuno ha voluto osservare, ha dimenticato che le conquiste e i nobili fini della scienza hanno sempre un risvolto meno nobile. Esempio, il fuoco ha la cenere e la scomparsa delle foreste, il petrolio ha la produzione del co2 con l’esaurimento non rinnovabile delle riserve, l’energia nucleare pur con una potenza inestimabile ha una pericolosità tale che, qualora se ne perda il controllo, può mettere in pericolo la sopravvivenza dell’intero pianeta, ecc. ecc.
Noi ambientalisti abbiamo quella consapevolezza che, con democratico confronto, vorremmo comunicare anche a quelli che, o in malafede o per superficialità, ci hanno tacciato di “pseudoambientalismo pernicioso, di facciata e bugiardo".
Ossia abbiamo la consapevolezza che le conquiste della scienza, e le sue applicazioni, vanno si utilizzate, non volendo quindi fermare né il progresso né lo sviluppo, o ritornare all’età della pietra, ma non prima di aver valutato le cicatrici che lasciano all’ambiente, ed il grado di vivibilità futuro fruibile dai nostri figli.
La nostra linea di condotta prevede quindi scelte guidate e mirate al massimo benessere compatibile con il minimo danno ambientale, che non è il benessere “sic et sempliciter” incarnato dal solo profitto e dal solo utile, ma un benessere costellato di rose e spine, fatto di vantaggi e rinunce ma che ci permetterà di frenare la china pericolosa della distruzione del pianeta provocata dalle nostre superficiali, egoistiche ed irrazionali scelte finora fatte, e guidate dalla infondata convinzione che le risorse del pianeta sono infinite ed i processi reversibili.
Alla luce di questo modello di sviluppo, chiedersi se sia necessario quel tipo d’aeroporto e quanto lo sia, e se quell’ipotetico impulso di sviluppo non posa essere recuperato dalla realizzazione di quelle infrastrutture meno inquinanti e da troppo tempo invano promesse, è logico, ragionevole e possibile,
Osvaldo Ercoli