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Riceviamo e pubblichiamo
- Gentile direttore,
avendo assistito come spettatrice per lungo tempo alla vicenda dell’aeroporto a Viterbo sento l’esigenza di intervenire nella polemica sviluppatasi negli ultimi tempi tra favorevoli e contrari.
Sia tra i primi che tra i secondi mi sembrano sussistere ragioni valide, meritevoli di adeguato approfondimento: se per un verso infatti appare innegabile la grande occasione per l’occupazione costituita dalla realizzazione di un tale progetto nella provincia di Viterbo, per altro sono altrettanto evidenti i rilevanti costi ambientali che la città capoluogo dovrebbe sostenere con esiti in grado di mutare radicalmente la qualità della vita dei suoi abitanti.
Al di là delle partigianerie cui si sta assistendo, dunque, frutto a mio parere più della spinta dei grandi interessi in gioco che di un’attenzione reale per il nostro territorio, mi sembra pertanto utile tentare di trovare una soluzione ragionata in grado di ottimizzare i benefici provenienti dall’aeroporto e di minimizzarne gli inconvenienti.
Ecco dunque il motivo del mio intervento: l’individuazione di una possibile ubicazione alternativa mediante un’analisi quanto più imparziale possibile dei costi e dei benefici.
A mio parere infatti, ai soggetti interessati sfugge un dato fondamentale, che cioè per realizzare l’aeroporto di Viterbo non è necessario che l’aeroporto sia effettivamente a Viterbo.
In questo senso, la candidatura di Tarquinia come sito ove ubicare l’aeroporto, mi sembra lungimirante e mi appare sorprendente la fretta e la superficialità con cui è stata accantonata.
Conviene quindi concentrarsi sui suoi numerosi aspetti positivi:
a) innanzitutto sotto il profilo più squisitamente economico, da tale soluzione non rimarrebbero pregiudicati i soggetti già in campo: la società SAVIT costituita dalla Provincia di Viterbo, Camera di Commercio etc. potrebbe continuare ad essere il soggetto di riferimento, magari con l’innesto di qualche imprenditore tarquiniese, il che non dovrebbe arrecare eccessivo disturbo alle ambizioni dei viterbesi comunque protagonisti dell’opera;
b) la realizzazione dell’aeroporto di Viterbo a Tarquinia garantirebbe il completamento e la realizzazione delle infrastrutture necessarie al collegamento con il capoluogo, ovvero di quelle eterne incompiute, senza duplicazione di spese: trasversale Orte Civitavecchia, ferrovia Orte Civitavecchia;
c) il sito di Tarquinia con la trasversale Orte Civitavecchia completata sarebbe assai vicino al capoluogo (non oltre 20 minuti di macchina) garantendo quindi le stesse possibilità occupazionali per i viterbesi di quelle che si avrebbero con la realizzazione del sito a Viterbo;
d) sarebbero completamente eliminati gli svantaggi, ovvero i costi ambientali che il capoluogo dovrebbe sopportare qualora si realizzasse la struttura a pochi chilometri dal centro cittadino;
e) Viterbo diverrebbe meta dei flussi turistici provenienti dal porto di Civitavecchia e dall’aeroporto di Tarquinia, nonché di quelli diretti in Sardegna ed all’estero da tutta Italia durante il periodo estivo con incremento rilevante della sua economia;
f) I viterbesi usufruirebbero di un porto e di un aeroporto internazionali a poca distanza per tutte le loro attività di lavoro e di svago.
g) Il sindaco di Roma ed il presidente della Regione non avrebbero più argomenti sufficienti per opporsi, integrandosi perfettamente l’aeroporto di Viterbo Tarquinia con le infrastrutture già esistenti (Aurelia, autostrada Civitavecchia Roma) senza costi aggiuntivi per il sistema Lazio e con vantaggio per la capitale;
h) La realizzazione dell’aeroporto in una località marina garantirebbe massimi standard di sicurezza, non essendovi alcun ostacolo ambientale da superare;
i) Il sito di Tarquinia essendo a Nord di Roma garantirebbe minore consumo di carburante per gli aerei provenienti per la maggior parte da Nord e dunque minore inquinamento ambientale complessivo;
j) Il territorio e le bellezze ambientali della Tuscia e dei suoi paesi potrebbero essere valorizzati al meglio (vd. Val d’Orcia senese, Orvieto etc.) senza penalizzazioni ed ulteriori servitù;
k) Il sito di Tarquinia straccerebbe la concorrenza avvalendosi di infrastrutture già esistenti (Aurelia, autostrada Civitavecchia Roma) e di altre di cui è già programmata l’ultimazione (trasversale Orte Civitavecchia e forse ferrovia).
Non altrettanto evidentemente può dirsi per la realizzazione dell’aeroporto a Viterbo città, in quanto l’opera con il suo impatto ambientale negativo finirebbe per annullare gran parte dei possibili benefici facendo del capoluogo un centro solo di transito verso località più suggestive e meno inquinate.
Penso concludendo che una seria riflessione sui punti da me evidenziati sia ancora possibile, magari prendendo esempio dall’atteggiamento più smaliziato e lungimirante della città di Orvieto, il cui consiglio comunale non a caso ha votato all’unanimità per la realizzazione di un aeroporto alla giusta distanza dal centro storico- artistico, consapevole dell’esigenza di preservarlo intatto anche e soprattutto a fini turistici.
Per la riuscita di una grande opera come l’aeroporto la scelta del sito è fondamentale, non può dipendere dal capriccio o da manifestazioni muscolari, ma da un attento e ponderato approfondimento se non si vogliono provocare gravi danni al territorio ed alle persone che vi abitano.
I benefici che deriverebbero dalla sua realizzazione a Tarquinia sarebbero in grado di valorizzare contemporaneamente il viterbese e l’intero territorio della Tuscia senza pregiudizio per nessuno.
Cordialmente
Ombretta Pecugi
presidente dei giovani imprenditori della Provincia di Viterbo