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Senza filtro
- Ho aderito al comitato che si oppone alla costruzione dell'aeroporto a Viterbo con convinzione.
La nascita del comitato rappresenta un evento importante perché favorisce un dibattito in un contesto tutto di esaltazione acritica della costruzione dell'aeroporto, che viene visto dai partiti locali, ad eccezione della federazione provinciale di Rifondazione Comunista, come la grande occasione
di sviluppo.
Non sono da meno a livello nazionale: dall'Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) al Ministro Bianchi, tutti sostengono l'espansione degli aeroporti e quindi del traffico aereo.
Mentre lo sviluppo è illusorio (lo dimostra ciò che avviene in altri luoghi), di sicuro rimane il problema dell'impatto ambientale (produzione immane di gas serra, di polveri sottili e inquinamento acustico).
Il Comitato ha avuto il merito di portare all'attenzione dei cittadini l'impatto ambientale del trasporto aereo e dell'aeroporto.
Penso agli interventi della portavoce del Comitato Antonella Litta e della
giornalista e saggista Marinella Correggia.
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Credo sia importante cercare un collegamento con i comitati di Ciampino e di Frosinone per impedire la costruzione di un terzo aeroporto nel Lazio e per diminuire il numero di voli negli aeroporti esistenti.
A Ciampino sono drammaticamente emersi i lati negativi: c'è la più alta spesa pro-capite di farmaci antitumorali su scala nazionale.
Così come la percentuale di asma tra i bambini è molto più alta della media italiana.
Una riduzione dei gas serra e delle polveri sottili passa anche per una diminuzione del traffico aereo, altro che lodare i low-cost come ha fatto il Ministro Bianchi in un recente convegno.
Già nel 1999 l'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc, organo tecnico dell'Onu che si occupa dell'effetto serra), provocando l'irritazione del business aereo e petrolifero, suggerì di "adottare politiche di sostituzione con altri mezzi di trasporto" e "di disincentivare l'uso disinvolto del trasporto aereo con tasse". Non se ne fece nulla.
Il Comitato sta già ponendo all'attenzione dei cittadini una riflessione sul modello di mobilità, che oggi si basa su automobili e aerei, che consuma ingenti quantità di energia e produce, conseguentemente, grande inquinamento; il trasporto aereo è quello che dal 1990 ad oggi è cresciuto più in fretta come risulta anche dal rapporto annuale sull'ambiente dell'Enea.
Sempre dal rapporto dell'Enea si apprende che il settore dei trasporti rappresenta il 30% degli usi finali di energia.
Questa discussione deve riguardare lo stile di vita di noi abitanti della zona ricca del mondo.
E' necessario ripensare il nostro modo di consumare energia e le materie prime, per il rispetto del clima, dell'ambiente naturale, e per il rispetto della vita e della dignità delle persone che vivono nella parte povera del mondo, che si vedono depredare le loro risorse in cambio di inquinamento e qualche volta anche di bombardamenti.
Trovo drammatico scoprire che basta qualche migliaio di chilometri sulle nuvole per produrre più anidride carbonica di dieci contadini del Bangladesh in un anno di vita, considerati tutti i loro consumi.
All'interno della riflessione sugli stili di vita è di estremo interesse la proposta che viene dalla Gran Bretagna sul "turismo di vicinato". Turismo che permette di scoprire le bellezze dei luoghi vicini con un uso minimo di energia.
Opporsi alla costruzione di un nuovo aeroporto e lottare per un ridimensionamento del numero dei voli è un'azione necessaria per la difesa della salute delle persone e per pensare ad un modello di società che si basi su un basso consumo di energia, sull'uso delle tecnologie appropriate e su un'economia legata alle risorse locali.
Alessandro Pizzi
già sindaco di Soriano nel Cimino