- Non solo pet-teraphy e contatto con gli animali: anche le attività agricole possono rappresentare un utile strumento terapeutico contro le disabilità psichiche.
È quanto emerge dall’esperienza del Centro di Riabilitazione Villa Buon Respiro, il primo nella Tuscia ad avviare un percorso di cura basato sulla coltivazione di piante ed ortaggi.
«L’ortoterapia o terapia orticolturale è un metodo di riabilitazione e reinserimento sociale innovativo e ancora poco conosciuto in Italia spiega il dottor Bruno Mereu, direttore operativo di Villa Buon Respiro Prendersi cura di organismi viventi lavorando all’aria aperta favorisce il senso di responsabilità e rappresenta un’occasione di socializzazione, ma aiuta anche a vincere il senso di isolamento e di inutilità personale».
Dallo scorso febbraio 18 pazienti affetti da disabilità psichiche in età compresa tra i 30 e i 50 anni sono stati coinvolti dagli operatori del Centro nelle attività necessarie alla preparazione e alla coltivazione di un piccolo campo.
«Sotto la supervisione dell’équipe riabilitativa, i pazienti hanno arato il terreno, seminato le piantine e seguito l’annaffiatura, dapprima effettuata a mano ed in seguito attraverso canaline per l’irrigazione appositamente realizzate», spiega il dottor Mereu. I pazienti hanno inoltre realizzato uno spaventapasseri e ideato un marchio, L’orto di Villa Buon Respiro, per i loro ortaggi, ora in vendita agli operatori della della struttura sanitaria.
«Tutti i prodotti sono rigorosamente biologici e naturalmente eccellenti», sorride il dottore, che aggiunge: «L’attività di vendita degli ortaggi serve a stimolare nel paziente la motivazione e il senso di ricompensa per il lavoro svolto». Il denaro ricavato viene utilizzato dai pazienti per organizzare nuove attività di gruppo, come feste ed eventi all’interno della struttura.
Incoraggianti i risultati ottenuti dal punto di vista terapeutico-riabilitativo: «Il 60% dei pazienti ha dimostrato immediati miglioramenti, acquisendo maggiori capacità di autocontrollo, recuperando abilità legate alla manipolazione e stabilendo con l'ambiente circostante un rapporto più aperto ed interattivo. Ora l’obiettivo è di coinvolgere nelle attività di terapia orticolturale anche altri gruppi di degenti affetti da disabilità psichiche».