Viterbo - Martinelli (Cgil) e Egidi (Ds) ricordano Trentin
"Un punto di riferimento per i diritti del mondo del lavoro"
24 agosto 2007 - ore 10,30
- Esprimo il dolore mio e di tutta la Cgil di Viterbo per la scomparsa di Bruno Trentin.
Bruno ha rappresentato in tutto il dopoguerra un punto di riferimento fondamentale nella lotta per la democrazia, l’uguaglianza sociale e per i diritti del mondo del lavoro.
Si può dire che non c’è pagina nella storia della Cgil e del movimento sindacale italiano in cui non sia stato protagonista.
Il piano per il lavoro, la programmazione economica, la centralità del Mezzogiorno, le lotte operaie dell’autunno caldo, la stagione del sindacato dei diritti, gli accordi fondamentali del ’92 e del ’93 lo hanno visto protagonista indiscusso.
Alla Cgil Bruno lascia una lezione di grande rigore morale, coerenza e autonomia difese con intransigenza, di attenzione ai valori sociali e di difesa del valore della confederalità.
A lui deve molto non solo la Cgil, ma l’insieme del movimento dei lavoratori, le forze politiche del Paese e le altre organizzazioni sindacali verso le quali ebbe sempre una grande attenzione unitaria a partire dall’esperienza dei metalmeccanici.
La Cgil di Viterbo si stringe vicino alla famiglia ed esprime il suo cordoglio e farà di tutto perché il suo esempio e la sua figura restino come punto di riferimento per le nuove generazioni.
Il segretario generale
G.Battista Martinelli
Voglio esprimere la partecipazione al lutto per la perdita di Bruno Trentin.
Scompare un uomo che ha posto al servizio della causa del progresso sociale, dei diritti del lavoro, una intelligenza brillante, un gusto mai sazio per la ricerca profonda dei cambiamenti della realtà industriale e sociale, perché soprattutto l’azione politica e sindacale entrasse nel vivo delle questioni, fosse il più possibile adeguata alla evoluzione e alle complessità con risposte e proposte nuove.
Non a caso è stato il più “intellettuale”dei dirigenti sindacali del dopoguerra, riuscendo a coniugare questo suo indagare che gli proveniva da un cultura universitaria di livello all’agire concreto, alla quotidianità del mestiere difficile ed impegnativo di dirigente della più grande organizzazione sindacale prima ed autorevolissimo esponente della sinistra democratica e riformista italiana.
Pensiero ed azione, sin da quando giovane scelse la lotta antinazista ed antifascista prima in Francia e poi in Italia, per poi impegnarsi a alla guida prima della categoria dei metalmeccanici in quella esperienza unitaria di protagonismo sociale della FLM unitaria, e poi , dalla cosiddetta “aristocrazia operaia” alla guida del sindacato confederale.
Valori e riferimenti quanto mai attuali, perché la centralità del lavoro, il contributo essenziale alla realizzazione della persona e della società di questa esperienza, rimangono questioni cruciali per il paese e per chi ritiene che la politica non possa prescindere da questi.
Andrea Egidi Segretario Federazione DS Viterbo.
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