Viterbo - Aeroporto - Trappolini replica al sindaco di Civitavecchia
"Moscherini è solo"
22 agosto 2007 - ore 12,50
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L'aeroporto |
- L’assessore ai Trasporti Renzo Trappolini scende in pista e dichiara subito: “Quella di Moscherini è una fuga in solitaria. Verso dove? Correndo da solo, rischia di rimanere fermo nel suo orizzonte cittadino”.
Il terzo scalo aeroportuale del Lazio?
C’è chi dice vada fatto a Tarquinia, come il sindaco di Civitavecchia, Giovanni Moscherini. Che però resta una voce isolata.
E poi c’è chi sostiene che vada realizzato a Viterbo, ma in questo caso la lista dei pro istituzioni in primis è lunghissima e si basa su un lavoro iniziato ormai da tempo supportato da elementi e valutazioni concrete.
L’assessore Trappolini, spiega perché quella di Moscherini rappresenta quindi un’ipotesi estemporanea e irrealizzabile.
“Il sindaco di Civitavecchia dice - ha reclamato la localizzazione del terzo aeroporto del Lazio nell’hinterland del porto marittimo della sua città e cioè “a cinque chilometri” dal Molo Traiano.
Lo ha fatto da “amministratore e da persona che sa di logistica”. Una dichiarazione dunque del tutto individuale e rispettabile, come lo sono tutte le prese di posizione della specie, ma non sufficiente a cancellare le valutazioni a favore della localizzazione a Viterbo fatte da organismi tecnici competenti in materia, quali Enac e Enav, e non da un cittadino singolo seppur investito di alta responsabilità”.
Niente sinergia, a differenza di quanto sta avvenendo nella Tuscia viterbese. “Prima dello sparigliamento di carte su un terreno in cui i players erano ben noti, come pure i rispettivi ed accertati pedigrees, rappresentando, al massimo livello, il comune e generale sentire delle collettività locali manifestato nelle sedi proprie continua Trappolini - quella responsabilità avrebbe fatto ritenere più consona la strada, sempre comunque percorribile, di un confronto tra istituzioni, il Comune di Civitavecchia, la Provincia e il Comune di Viterbo, come anche quello di Tarquinia.
Le infrastrutture, si sa, non sono perfette da nessuna parte, ma si possono migliorare, specie quando sono da mettere a servizio di un interesse più generale, quello del Paese e non di pur legittime aspirazioni di campanile a possedere terra, mare ed ora anche il cielo. In sostanza, di un aeroporto che deve anzitutto essere sicuro e che non debba risolvere sulle rotte di decollo e di atterraggio problemi di convivenza con quello internazionale di Fiumicino.
Di uno scalo aereo in grado di rendere maggiormente attrattiva l’offerta dei servizi culturali e turistici ai milioni di croceristi di Civitavecchia da parte della intera enclave territoriale della Tuscia, potenziata dal collegamento naturale con l’Umbria. Forse sarà il caso che le istituzioni riflettano insieme nell’ottica di massimizzare l’efficacia della messa a disposizione degli ospiti nazionali ed esteri del Porto di Civitavecchia di un territorio il più vasto possibile, servito da infrastrutture come la trasversale e le ferrovie che lo riequilibrino sull’asse Tirreno Adriatico a beneficio di tutti”.
C’è poi un ultimo interrogativo. “Civitavecchia conta 2 milioni di croceristi, che con l’ipotesi Viterbo arriverebbero fino all’Umbria: cosa diventerebbe quel territorio conclude Trappolini - con ulteriori 5 milioni di passeggeri”?
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