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Il direttore dell'Apt Marco Faregna |
- Un appuntamento da non perdere al Festival Barocco mercoledì 22 agosto alle ore 21 nella spettacolare cornice del cortile di Palazzo Farnese a Caprarola torna la grande ed attesissima Emma Kirkby, soprano di fama mondiale e specialista del repertorio antico.
Come in passato si presenta al pubblico del Festival con il complesso inglese “London Baroque” che propone su strumenti originali musiche di Buxtehude. Purcell, Copuerin, Telemann, Forquray ed infine Haendel: di quest’ultimo in particolare verranno eseguite tre arie tedesche e la cantata italiana “Un alma innamorata”, composta durante il soggiorno in Italia del Sassone.
Intanto un primo bilancio parziale del Festival barocco di quest’anno registra il “tutto esaurito” praticamente in tutte le serate fin qui svolte.
“Sono pienamente soddisfatto dichiara il direttore dell’Apt, Marco Faregna perché il successo di pubblico delle prime quattro serate conferma che le scelte artistiche, pienamente condivise dal pubblico viterbese maturo per presenze a livello internazionale, e la politica del decentramento sono la via giusta da percorrere per una manifestazione di così alto spessore”.
Grande successo riportato dai violinisti Pavel Vernikov e Andres Mustonen che, con la collaborazione di alto livello dei Virtuosi Italiani, si sono esibiti nell’inaugurazione di Tuscania in una suggestiva novità di G. Kancheli dedicata ai due solisti ed imperniata sul contrasto tra violino barocco e violino moderno ed in una brillante esecuzione del Doppio Concerto in re minore di Beach che il pubblico ha dimostrato di apprezzare particolarmente con scroscianti applausi conclusivi.
Indiscutibile il successo ottenuto da Sigiswld Kuijken che si è esibito a Montefiascone con un “violoncello da spalla”, strumento oggi scomparso nell’uso comune e di cui si è fatto costruire appositamente una copia. Ha eseguito due Suites di Bach, a cui hanno fatto seguito alcune composizioni di Mozart per violino e pianoforte che il solista belga ha eseguito magistralmente accompagnato al fortepiano Stein del 1780 dalla bellissima e brava Marie Kuijken.
Consensi del pubblico anche per la ripresa moderna del “Pastore di Corinto” di Alessandro Scarlatti proposto a Bolsena dal musicologo Lorenzo Tozzi a capo del Roma Barocca Ensemble, operazione di riscoperta che rientra nel filone culturale intrapreso da quasi dieci anni dal Festival per volontà dell’attuale direttore artistico Riccardo Marini.
Ma gli applausi più lunghi e intensi sono stati riservati ad una delle maggiori imprese realizzate dal festival in questi anni e rappresentata dalla proposta dell’Orfeo di Claudio Monteverdi con la realizzazione semiscenica, nell’appropriata cornice di S. Maria in castello a Tarquinia, a cura di Claudio Cavina a capo della Veneziana, ottimo complesso italiano specializzato nel genere e giunto a Viterbo, unica tappa italiana di una tournèe che li ha visti a Londra, Bruges e varie altre capitali europee: la realizzazione è stata impeccabile sia sul piano dell’esecuzione musicale, che si avvaleva di voci di prim’ordine quali quelle di Mirko Guadagnino, Emanuela Galli e Gloria Banditelli, sia sul piano degli elementi scenici che hanno reso ben fruibile l’imponente capolavoro moteverdiano di cui quest’anno ricorre il quarto centenario della prima rappresentazione.