Oggetto: illiceità avviso pubblico per il reperimento di figure professionali per l’attività di assistenza e supporto tecnico alle deleghe della formazione professionale gestite dal Servizio Formazione Professionale Atto di Giunta n° 113 del 25 maggio 2007
Questa Organizzazione Sindacale ha appreso, casualmente in quanto non è stata informata formalmente, che è stato pubblicato l’avviso pubblico di cui in oggetto.
Nel marzo 2007, la nostra Organizzazione, interessata da alcuni lavoratori collaboratori coordinati e continuativi, aveva inviato una propria nota all’Amministrazione Provinciale, corredata dal parere del nostro studio legale, precisando che, alla scadenza dei contratti allora ancora in corso, non sarebbe stato possibile procedere alla stipulazione di altri contratti di collaborazione coordinata e continuativa.
Credevamo di aver compreso che l’invito fosse stato recepito, e che si sarebbe seguita la via maestra indicata dalla Finanziaria 2007, mediante stipulazione di soli contratti a tempo determinato per il personale finora impiegato mediante contratti di collaborazione.
Apprendiamo, ora, dalla lettura dell’avviso, che ci siamo, evidentemente, sbagliati.
L’avviso pubblico è, a nostro giudizio, illegittimo, e fonte di responsabilità politica, dirigenziale ed erariale (per il danno che arreca ai lavoratori ed all’Ente); in ogni caso, non lo condividiamo per ragioni di diritto e di sostanza.
Sotto il profilo del diritto, il parere pro veritate dell’avvocato della nostra Organizzazione Sindacale, l’avv. Massimo Pistilli, precisava chiaramente che per la legittimità della stipulazione di altri contratti di collaborazione coordinata e continuativa è indispensabile la contemporanea sussistenza di due requisiti: 1) la collaborazione deve riguardare incarichi di alta professionalità, con impossibilità dell’Ente di provvedervi con personale di ruolo; 2) le esigenze cui occorre far fronte devono essere eccezionali (cioè non ordinarie) e transitorie.
Nessuno di questi requisiti è sussistente, nel caso che ci occupa.
I profili, richiesti dall’avviso pubblico, di collaboratore amministrativo per procedure degli Enti Locali e delle azioni finanziate dal Fondo Sociale Europeo, dalla Regione Lazio o dagli Enti Locali, per il quale è richiesto (un qualunque) diploma di scuola media superiore e la (mera) conoscenza di pacchetti informatici e dell’utilizzo della rete internet, ad ogni evidenza, non è un profilo di alta specializzazione.
Anche i profili di esperto nelle procedure, nell’analisi e nel monitoraggio di azioni finanziate con il FSE e con fondi pubblici regionali e statali, analisi e monitoraggio della qualità didattica e delle azioni di ricerca, nonché di esperti in attività amministrativa negli enti locali, correlata alle normative di gestione dei finanziamenti del FSE e dei finanziamenti regionali, profili per i quali è richiesto semplicemente il diploma di laurea (una laurea qualsiasi in chiari termini), e la solita conoscenza dell’utilizzo di pacchetti informatici, con ogni evidenza, non sono profili di alta specializzazione.
Forse soltanto i primi due profili, che riguardano attività contabile e di rendicontazione, potrebbero essere, effettivamente, profili di alta specializzazione, tanto che è richiesta laurea in economia e commercio ed esperienza specifica.
Se non fosse, però, che anche per tali profili, come del resto per tutti gli altri, manca completamente il requisito della non transitorietà delle esigenze.
Perché la verità è che in quel settore i profili oggetto di gara sono necessari, e non se ne può fare a meno, se è vero, come è vero, che erano già oggetto di altri incarichi di collaborazione coordinata e continuativa.
Del resto, è evidente che le attività oggetto dell’avviso sono parte integrante delle competenze in materia di formazione professionale, e che non è neppure pensabile che un giorno abbiano a cessare.
A tacere che l’avviso di gara è, inoltre, palesemente illegittimo laddove prevede, come titolo valutabile, pregressa esperienza di collaborazione amministrativa presso gli Enti Locali (!); neppure esperienze di lavoro subordinato, o di consulenze professionali: collaborazione continuativa!
È una previsione la cui illegittimità è evidente a prima vista.
In difetto della sussistenza dei requisiti sopra indicati, l’avviso pubblico è illegittimo.
Non è un caso che il nostro legale avesse invitato l’Ente, ove intendesse discostarsi dalle conclusioni della nostra Organizzazione Sindacale, a richiedere un parere alla Funzione Pubblica; pure sarebbe stato possibile, per l’Ente Locale, munirsi di un parere della Corte dei Conti (da richiedere, eventualmente, allegando il parere dell’avvocato della UI: FPL così imporrebbero imparzialità e buon andamento della Pubblica Amministrazione).
Ci saremmo, inoltre, aspettati di essere informati delle eventuali conclusioni.
Invece, nessun riscontro è seguito alla nostra nota; non sappiamo se si sia espressa la Funzione Pubblica, o la Corte dei Conti, ma abbiamo buone ragioni di dubitarne.
Se, comunque, fosse vero che l’Amministrazione Provinciale, nonostante la nostra documentata presa di posizione, ha inteso in ogni caso tirare avanti per la propria strada, senza sentire la Funzione Pubblica, e senza neppure informare il Sindacato, nell’evidente (a questo punto) intento di mettere le parti (private e sociali) dinanzi al fatto compiuto, si tratterebbe di una condotta di inaudita gravità.
La cui responsabilità è politica, ed ascrivibile alla Giunta, che ha approvato l’avviso pubblico con proprio atto di Giunta n° 113 del 25 maggio 2007 (a quanto leggiamo dal bando).
Dirigenziale, in quanto il Dirigente ha comunque dato seguito alla pubblicazione di un avviso illegittimo; pur avendo avuto lettura (dobbiamo desumere) di un motivato parere legale in dissenso).
Responsabilità erariale, in quanto è previsto l’esborso di 265.000 Euro in 18 mesi, in difetto dei requisiti per darvi corso.
Peraltro, nel merito, questa Organizzazione esprime, se possibile, un dissenso ancora maggiore.
La Provincia di Viterbo è, ormai, uno degli Enti del Comparto in cui la situazione del precariato è più allarmante; in questo quadro, le Organizzazioni Sindacali non sono più in grado nemmeno di conoscere l’entità del fenomeno.
Da parte nostra rinnoviamo la disponibilità a risolvere ragionevolmente il problema, assumendoci le nostre responsabilità; ma, in questo senso, ci sono due punti non negoziabili: 1) Deve essere aperto, immediatamente, un tavolo di confronto sul problema del precariato e dei lavori flessibili e/o atipici; 2) Nelle more, il precariato non deve aumentare, neppure di una sola unità.
Non potrà sfuggire a questa Amministrazione (progressista) che il superamento del precariato è uno degli obiettivi programmatici a livello nazionale; non avrà dimenticato, questa Amministrazione, di avere avuto la concertazione come punto qualificante del proprio programma di governo locale.
Entrambi questi obiettivi sono disattesi dall’avviso pubblico.
La soluzione, l’unica possibile soluzione, è la stipulazione di contratti a tempo determinato (per le due alte professionalità, anche ai sensi dell’art. 110 T.U.E.L., eventualmente); nella selezione, potrà riservarsi una quota variabile tra il 60% e la totalità ai lavoratori che erano impiegati, nelle medesime mansioni, come collaboratori coordinati e continuativi: questa è la via maestra tracciata dalla legge finanziaria 2007.
Continuare ad accatastare precari su precari è inaccettabile per le Organizzazioni Sindacali, ed inutile per l’Amministrazione (che non risolve il problema, ma, anzi, lo perpetua).
Invitiamo e diffidiamo, pertanto, l’Amministrazione Provinciale dal voler dar seguito all’avviso pubblico; provvedendo, contestualmente, alla deliberazione di altro avviso avente ad oggetto la stipulazione di contratti a tempo determinato.
La invitiamo, inoltre, finalmente, a voler aprire una concertazione avente ad oggetto il superamento delle forme di lavoro precario ed atipico, assicurando, in tal sede, la nostra massima collaborazione e disponibilità alla soluzione del problema.
Invitiamo le altre Organizzazioni Sindacali, alle quali ci legano identità di vedute ed interessi, a voler condividere la presente nota, ed ogni altra iniziativa a contrasto della precarietà del lavoro.
Ci riserviamo, in difetto, ogni azione, sindacale e legale, a tutela dei diritti collettivi ed individuali dei lavoratori del comparto.
In attesa di cortese, urgente e rassicurante riscontro, porgiamo cordiali saluti,
U.I.L. F.P.L Viterbo
Il Segretario Generale Angelo Sambuci