Riceviamo e pubblichiamo
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Mi sono giunte voci a proposito del fatto che la Legge regionale n. 6 del gennaio 2005 sul riordino dei terreni di uso civico, della quale mi onoro di essere stata la prima firmataria, avrebbe in qualche modo danneggiato gli utenti delle Università Agrarie in merito alla possibilità di divenire legittimi proprietari di immobili di uso collettivo da loro posseduti.
Lo spirito di tale norma, che tanto ha innovato nel difficile campo degli usi civici è, come tutti sanno, del tutto contrario e, ancora una volta, devo riscontrare la malafede di alcuni nell’interpretare la legge non correttamente, seppur chiarissima.
Questi campioni “dell’interpretazione del contrario” sostengono che la norma tuteli gli interessi di affaristi che, investendo somme, possono acquisire immobili in barba a diritti consolidati e acquisiti con fatiche di generazioni di lavoratori.
L’articolo 8 della legge al comma 1 recita testualmente:
“… le università e le associazioni agrarie possono alienare i terreni di proprietà collettiva agli occupatori, se già edificati o con le procedure di asta pubblica se divenuti edificabili, ma (comma 3) prima di procedere a tale asta possono attribuire la proprietà di singoli lotti a coloro che detengono gli stessi…”.
Appare quindi chiaro che sono i consigli di amministrazione delle varie università agrarie che hanno la piena responsabilità di decidere a chi alienare le terre e i fabbricati con l’orientamento, da parte della legge, a rispettare la prelazione degli occupatori, in molti casi utenti, degli immobili stessi: ciò è ribadito, nella maggioranza dei casi, anche dagli statuti delle stesse università agrarie.
A questo punto il giochetto è chiaro: se le università procedono ad asta senza far esercitare le prelazioni, questo non è a causa della legge ma per una precisa scelta. Mi riferiscono che ciò stia succedendo all’Università Agraria di Chia, tentando di attribuire alla legge la responsabilità.
E’ mia intenzione sporgere formale diffida, riservandomi di procedere per le vie legali contro chi afferma il falso; ogni atto posto in essere in spregio alla norma sarà, comunque, oggetto di una mia interrogazione parlamentare.
Senatrice Laura Allegrini