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- Questo nostro Paese è proprio strano. In Italia è ormai dilagante l'abitudine di confondere la democrazia e la libertà di parola con il voler esprimere a tutti i costi la propria opinione anche su argomenti dei quali qualche volta si conosce troppo poco.
I giornali in questi ultimi tempi hanno rappresentato sull'aeroporto di Viterbo le posizioni più disparate spesso espresse in forma polemica e poco costruttiva.
Sembra difficile pensare ad un mondo in cui le opinioni possano esprimersi in modo sobrio e rispettoso e dove si dia maggior risalto alle opinioni magari di un grande esperto di pianificazione infrastrutturale, elevando così i toni della discussione ai livelli che merita.
E invece il nostro è il paese dei comitati che, pare siano, nell'immaginario collettivo, l'espressione più alta della democrazia, soprattutto quelli che dicono sempre no.
Insomma la massima autorità in tema di aviazione civile, l'ENAC, dice che Viterbo è il sito ideale per il terzo scalo del Lazio e già assistiamo al solito rito mediatico sulle presunte catastrofiche conseguenze di un aeroporto nella nostra città. Troppe volte abbiamo assistito a questa situazione.
Noi da sempre affermiamo con convinzione che lo sviluppo deve essere sostenibile, nel senso che le scelte debbono tenere conto soprattutto di aspetti ambientali, ma è una questione di metodo e di competenze.
FederImprese è favorevole all'aeroporto civile a Viterbo ed esprime questa posizione con moderazione ma con fermezza, e riconosce autorità a chi questa autorità è stata concessa istituzionalmente.
Per questo riteniamo singolare, ma purtroppo inevitabile, che il parere del ministro Bianchi, legittimo dal punto di vista istituzionale, dopo il rapporto ENAC debba ancora forzatamente suscitare apprensioni e incognite in coloro che sono favorevoli all'aeroporto di Viterbo.
Così pure riteniamo veramente singolare l'atteggiamento dei sostenitori dell'aeroporto in quel di Frosinone che trascurando lo stesso rapporto ENAC non esitano a dichiarare pubblicamente che il loro aeroporto si farà comunque.
Dobbiamo rilevare di contro che il sostegno dei politici locali al progetto dell'aeroporto di Viterbo è un evento storico per unità di intenti e per la serietà dimostrata.
Ora la politica nazionale dovrà dimostrare di saper decidere sulla base di reali evidenze ed esigenze tecniche e non sulla scorta di spinte emotive e partitiche.
Da più parti si oppone il fatto che Viterbo è carente per quanto riguarda i collegamenti stradali e ferroviari con Roma, fattori indubbiamente importanti per una pianificazione globale. Ma non è del tutto vero.
Si rifletta ad esempio sul fatto che dall'aeroporto di Hahn alla stazione centrale di Francoforte (Hauptbannhof) la navetta impiega un'ora e mezza. E così anche dall'aeroporto di Girona fino al centro di Barcellona e ciò vale anche per tanti altri aeroporti europei.
Ciò ovviamente non toglie che Cassia e ferrovia Roma-Viterbo siano nodi da sciogliere quanto prima.
In questi ultimi venti anni lo Stato ha perso, a causa di gravi carenze finanziarie, la capacità di programmare lo sviluppo economico del territorio in modo corretto ed in tempi utili.
Sicché, condividendo le tesi più volte espresse da esponenti della giunta Gabbianelli, FederImprese ritiene non più accettabile attendere eventi programmatori poco probabili, soprattutto in tema di infrastrutture, ma piuttosto ritiene fondamentale puntare ad investimenti possibili e concreti.
Si valuti l'impatto ambientale, il rumore, le polveri sottili, i collegamenti viari e le infrastrutture tecniche al contorno. Che facciano tutto ciò e presto le istituzioni preposte dopodiché l'aeroporto dovrà farsi.
Possibilmente con il contributo determinante delle forze professionali ed imprenditoriali locali. Per questo è auspicabile che le forze produttive del territorio si ritrovino presto attorno ad un tavolo per porre la propria candidatura a partecipare alla progettazione ed alla costruzione dello scalo viterbese.
Quindi ancora un sì all'aeroporto civile a Viterbo, certi che ferrovie e strade verranno di conseguenza e che tutto il resto verrà, nel rispetto delle regole.
Soprattutto quel benedetto salto di qualità che la città aspetta da molto, troppo tempo”.
FederImprese
Il presidente
Claudio Ciucciarelli