 |
Bengasi Battisti
Copyright Tusciaweb |
- Mazzoli prova a fare tredici.
Il futuro in Provincia s’intreccia con le sorti del nascente Partito Democratico. A Viterbo, in attesa delle primarie del 14 ottobre, circolano voci su possibili aggregazioni, una delle quali sarebbe un ritorno.
Bengasi Battisti, un trascorso nella Margherita, prima di candidarsi con una propria lista alle provinciali, per poi passare a Sinistra Europea vicino a Rc, starebbe pensando d’entrare nel Partito Democratico.
La voce circola da giorni e sta indispettendo i responsabili di Ds e Margherita. Nonostante ferragosto sia alle porte, a sinistra la politica non è ancora andata in ferie, ma nel Pd avrebbero preferito che l’operazione restasse in ombra, per evitare speculazioni.
Quindi, c’è chi pensa che la fuga di notizie possa essere partita da ambienti vicini a Rifondazione, magari per bloccare sul nascere “l’annessione”. Che se dovesse andare in porto, garantirebbe un fine legislatura più tranquillo ad Alessandro Mazzoli.
Oggi la maggioranza che sostiene il presidente in Provincia può contare in consiglio su quindici voti, compresi i tre di Rifondazione Comunista - Sinistra europea, che però a più riprese ha fatto sentire la sua voce, tenendo sulle spine l’esecutivo.
Se Battisti aderisse al Partito Democratico, la maggioranza potrebbe sempre contare su tredici voti, anche nel caso in cui Rifondazione decidesse di tirarsi fuori, facendo mancare i due consiglieri rimanenti.
E nessuno tra i partiti della coalizione è pronto a scommettere sul fatto che questo non accada.
Intanto, a due mesi dalle primarie, si lavora alle liste.
Su Viterbo 1, che raccoglie Viterbo e diversi paesi limitrofi, il capolista sarà Giuseppe Fioroni. Per la legge del contrappasso, Viterbo 2 spetta ai Ds, probabilmente a una donna. Il totonomine è aperto.
Dalle due liste usciranno quattordici rappresentanti della Tuscia (sette per lista), che parteciperanno all’assemblea nazionale del Partito Democratico, composta da 2400 delegati.
A proposito di primarie e Pd, Ugo Sposetti, intervistato da Panorama.it, spiega come sarà finanziata la consultazione d’ottobre.
“Direttamente da candidati e organizzazioni territoriali che nel giorno delle primarie, il 14 ottobre, incasseranno cinque e due euro per votante. Avevamo proposto dieci euro, metà per le casse nazionali del Pd e l’altra metà per quelle locali. ‘Sti bischeri non hanno accettato. Ma era la cosa giusta.
Il nuovo segretario si sarebbe ritrovato una cospicua dote, e senza spese”.