Senza Filtro - Associazioni autorevoli si sono già attivate per mostrare il loro dissenso, ponendo al governo cinese delle condizioni imprescindibili, tra le quali la garanzia che episodi come quello accaduto al villaggio di Dongzhou (dove in seguito ad una pacifica manifestazione le forze dell'ordine hanno sparato sulla folla uccidendo decine e decine di persone) non si verifichino mai più.
Il rischio esistente è che quello che si presenta come un evento sportivo, atteso ed amato, si trasformi in uno scontro a viso aperto con una realtà poco tollerante e non disposta all'apertura verso l'Occidente.
Azione Giovani ha perciò deciso di iniziare una campagna di sensibilizzazione schietta, anche offrendo la sua collaborazione con organizzazioni umanitarie.
Chiediamo all'Unione Europea di attivarsi e, se necessario, sospendere gli accordi commerciali esistenti con il Paese asiatico fino a quando non saranno fornite delle risposte plausibili e delle spiegazioni chiarificatorie sugli innumerevoli casi di violenza gratuita che riempiono le pagine di cronaca.
Accordi che potranno riprendere soltanto dopo il rispetto di quei diritti umani fondamentali che in Cina continuano ad essere offesi.
Così come chiediamo che le Olimpiadi non vengano celebrate a Pechino in mancanza di garanzie da parte del Governo cinese sulla tutela dei diritti umani e sulla libertà religiosa.
Queste le nostre condizioni, questa la nostra battaglia, che intendiamo vincere affinché le Olimpiadi del 2008 siano come sempre una festa dello sport e soprattutto per permettere ad un popolo di conoscere finalmente la libertà.