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Il segretario provinciale dell'Udc Candido Socciarelli |
- Sempre sorridente, sempre al lavoro, sempre a testa bassa ad organizzare. E' stato lui l'artefice principale della lista di Forza Italia che alle comunali di Viterbo andò in controtendenza rispetto a tutto il paese, avanzando e facendo vincere Gabbianelli.
Candido Socciarelli, il nuovo segretario provinciale dell'Udc, eletto all'unanimità dal congresso da poco celebrato, non ama perdere. E, per non perdere, organizza.
Ora la sfida sembra più complicata che mai: si tratta organizzare al volo un partito mentre si fa la campagna elettorale.
Ma come vi è venuto in mente di andare al congresso sotto elezioni?
“Abbiamo voluto celebrare il congresso, anche a ridosso della campagna elettorale, poiché sentivamo la necessità e l'esigenza di far rappresentare il partito da una classe dirigente nella pienezza delle sue funzioni e quindi con l'autorevolezza necessaria ad affrontare l'importante appuntamento elettorale del 9 aprile. E poi stiamo pensando anche alle amministrative in cui vanno a rinnovo 19 comuni del viterbese. Insomma, non si poteva andare ad affrontare una campagna elettorale senza un partito pienamente pronto”.
Una campagna elettorale difficile.
“La campagna elettorale è in pieno svolgimento, siamo partiti da una situazione sfavorevole, ma è opinione di tutti che il clima sta cambiando a nostro favore. Siamo al limite di un risultato che potrebbe essere sia di segno positivo che negativo. Si vince per poche decine di migliaia di voti, quindi tutte le realtà territoriali potrebbero essere determinanti, anche la nostra.
E' per questo che ritengo che non possiamo sottovalutare il grande lavoro da fare. Nelle grandi metropoli incide il voto di opinione, da noi è importantissimo il contatto con gli elettori.
Abbiamo una classe dirigente adeguata che sa quello che deve fare, dobbiamo solo affrontare in modo organizzato questi ultimi trenta giorni di campagna elettorale, con entusiasmo e generosità. Sono convinto che i risultati positivi arriveranno perché possiamo spendere le buone idee e gli ideali del nostro partito e a livello locale la nostra credibilità ed affidabilità”.
Insomma lei è convinto di vincere?
“Non ci manca niente per sfondare, solo dobbiamo crederci. Ci sono quattro regioni in bilico: Piemonte, Lazio, Puglia, Friuli Venezia Giulia. Il risultato in queste regioni determinerà la maggioranza al Senato.
La percentuale degli indecisi è ancora alta. Berlusconi ha scatenato una tempesta mediatica e sembra che sia riuscito a smuovere l'indifferenza di parte dell'elettorato di centrodestra. Ci sono delle statistiche che individuano un milione e mezzo di elettori orientati a votare dopo aver letto e valutato i programmi nonché le garanzia di tenuta e compattezza che gli schieramenti sapranno offrire. Questo elettorato residuale alla fine assegnerà la vittoria all'una o all'altra parte. Quindi oltre all'immagine televisiva, è bene che ci si interessi a questa minoranza che potrebbe essere decisiva”.
Come valuta il programma dell'Unione?
“Mi sembra che ci sia tutto e il contrario di tutto. C'è la ricerca estenuante della parola giusta, spesso rimanendo nell'equivoco, per non scontentare nessuno. Ma nell'azione di governo queste differenze emergeranno e porteranno a posizioni inconciliabili e quindi esplosive. Prodi sta centellinando le apparizioni in Tv. Il timore è che una sovraesposizione del candidato ne faccia emergere gli handicap e ponga sotto i riflettori le 281 pagine del suo programma.
Sarebbe costretto a discutere di un elenco generico di slogan elettorali fatto apposta per mettere insieme gli ex dc con i no - global, i socialisti con Di Pietro, Rutelli con Cossutta, Bertinotti e Pannella. Cosa ci sta a fare la Binetti, ruiniana, candidata della Margherita con tutto l'armamentario social - radicale e rifondarolo. Queste sono contraddizioni pesanti.
La verità è che il programma dell'Unione è una resa ai massimalisti. Prodi ha un programma da gestire con attenzione. La sua è una coalizione a dir poco “pittoresca”. Le coalizioni così eterogenee rendono l'Italia mal governabile, o addirittura ingovernabile”.
Anche il vostro programma non è nato con molta facilità?
“Noi avevamo il dovere di presentare agli elettori un programma serio e affidabile per far uscire l'Italia da questo stato di stordimento a crescita zero. Il nostro è di sole 21 pagine. E si distingue per concretezza”.
Ma insomma le cose non è che vadano bene nel paese reale?
“C'è una crisi strutturale e non semplicemente ciclica dell'economia italiana, perdiamo competitività e quote di mercato. Tale stagnazione economica, crea numerosi allarmi sulle condizioni del Paese.
Nella nostra società sta emergendo una vastissima fascia di consumatori a basso reddito. E' una nuova realtà che ha bisogno di punti di riferimento che sappiano interpretarne i bisogni e creare nuove forme di sviluppo e di progresso. Proprio per questo servirebbe una politica moderata e piena di buonsenso. I sogni basati sul nulla li lasciamo ad altri, noi dobbiamo programmare il futuro rimanendo con i piedi per terra. Questo è quello che ci chiede l'elettorato e questo è quello che noi dell'Udc dobbiamo preoccuparci di fare”.
Ma come se ne esce da questa situazione?
“L'Italia ha l'opportunità di recuperare il terreno perduto se pone mano alla modernizzazione degli apparati pubblici, delle infrastrutture, della produzione, dei servizi, senza aggravare i conti dello Stato nella dissipazione populistica. Il gravoso debito pubblico è una palla al piede in un momento di difficile congiuntura e di alti costi energetici. Per uscire da questa situazione servirebbero governi stabili, saldi e lungimiranti che mettessero mano a riforme strutturali e contenessero i miopi interessi corporativi. Insomma investissero nel futuro. Sarebbe necessario un governo che sviluppasse una politica moderata di centro”.
Ma così non si tornerebbe a una sorta palude postdemocristiana, dove avverrebbero mille compromessi?
“A me non sembra che i popolari spagnoli o i cristiano - democratici tedeschi abbiano portato i loro paesi alla paralisi. Anzi. In Germania, la Merkel, insieme ai socialdemocratici, in pochi mesi ha ridato fiducia a un paese che stava peggio del nostro, e la macchina tedesca ha ripreso a marciare. La situazione in alcuni paesi europei sta migliorando, proprio questo scenario dovrebbe indurre i paesi con problemi di bilancio come il nostro, a cavalcare virtuosamente l'onda lunga della crescita. Purtroppo l'Italia è il paese dei guelfi e ghibellini. La politica attuale è tipica della storia italiana “tutti contro tutti”. Ma tale modo di vedere le cose, ha portato sempre a situazioni instabili e poco costruttive”.
Quale paese avete in mente?
“Noi vogliamo coltivare la speranza di un paese normale, orgoglioso della propria storia, che vuole migliorare le proprie condizioni di vita lavorando di più se necessario, senza false illusioni e cosciente delle difficoltà interne e internazionali. Non vogliamo un paese tarlato, sempre meno competitivo, abituato al benessere ma incapace di mantenerlo. Queste elezioni sono un passaggio intermedio, noi vogliamo costruire un centrodestra moderno che possa in futuro guidare un paese profondamente moderato, aperto e tollerante.
Vogliamo costruire un partito dei moderati poggiato su basi solide con forti valori etici di ispirazione cristiana. Sarà forse necessario passare attraverso la scomposizione di entrambe le coalizioni e la ricomposizione su nuove basi . Vedremo!”.
La campagna elettorale è già partita come fare come Udc?
”In questi 30 giorni è necessario un impegno forte di tutti. Non c'è tempo di organizzare tutte le sezioni sul territorio, ma possiamo con una serie di attività trasmettere al nostro elettorato fiducia e la convinzione di combattere una battaglia giusta Dopo le elezioni, con più tranquillità, ci organizzeremo, cercando di fare emergere in ogni paese, in ogni realtà quanto di meglio il nostro partito può esprimere.
Elaboreremo alcune proposte concrete per lo sviluppo del viterbese e su queste imposteremo i prossimi anni di lavoro. Chiameremo le altre forze politiche e sociali a confrontarsi con noi su temi concreti, perché lo sviluppo dipende dall'impegno di tutti. Cercheremo di evitare la politica del “tutti contro tutti” che ha segnato anche questa provincia per troppi anni. Non sono tempi da vacche grasse, perdere tempo è un lusso che non ci possiamo permettere.
Le ultime campagne elettorali non sono andate bene, avete perso Provincia e Regione…
“L'Udc è un partito importante della maggioranza che governa il Comune di Viterbo. Abbiamo il dovere di rafforzare questa coalizione, affinché il Comune capoluogo sia sempre di più la mosca cocchiera dello sviluppo dell'intera provincia. Da queste elezioni politiche deve ripartire anche la riscossa per la riconquista della Provincia di Viterbo e della Regione Lazio, perse non per merito dei nostri avversari, ma per un eccesso di supponenza da parte del centrodestra”.