Senza Filtro -
A Piero Marrazzo
presidente della Regione Lazio
p.c. Romano Prodi
candidato premier del centrosinistra
Caro Marrazzo,
mi rivolgo ancora al presidente della Regione, non solo come cittadino che vuole difendere il proprio territorio, avendone il sacrosanto diritto.
Voglio ragionare come se fossi ancora essendolo stato, assessore della Regione Lazio e quindi con un ruolo di governo che deve tener conto degli interessi generali.
Nella proposta contenuta nella mia precedente lettera ho indicato una via di uscita dal carbone dell’Enel, che tiene conto dell’interesse generale di produrre il gas metano e di produrre energia a gas metano a Civitavecchia e Montalto di Castro, il polo energetico più grande d’Europa.
Qui viene prodotto il 12% del fabbisogno nazionale.
Non siamo quelli che hanno preteso in casa loro l’energia ubicando le centrali nell’orto del vicino; al contrario siamo quelli che hanno permesso ai vicini di costruire centrali nel nostro orto di casa per soddisfare i bisogni altrui, da quarant’anni fa ad oggi.
Solo per questo meriteremmo maggior rispetto.
Il movimento che qui si è costituito contro il carbone non promana dal desiderio di chi vuole dire no a tutto.
Questa è una caricatura strumentale delle nostre posizioni.
Il nostro è un movimento che pone al centro della propria lotta il tema di un nuovo modello di sviluppo fondato su un diverso modo di produrre e di consumare nel nuovo secolo, con l’obbiettivo della salvezza dell’umanità attraverso la ricerca scientifica non asservita, con diverse tecnologie, con diverse fonti energetiche.
E’ un movimento locale che affronta il grande tema universale di tutti coloro che nel mondo stanno combattendo la guerra contro la distruzione della vita, per la salvezza del pianeta; è parte di un movimento globale per la democrazia dei cittadini, antagonista al liberismo selvaggio che in nome del profitto sta provocando la fine dell’esistenza umana, come hanno ampiamente documentato larga parte delle autorità scientifiche.
Dalla conferenza di Kjoto in poi, il carbone è stato messo al bando e i paesi che lo usano sono multati pesantemente, perché incompatibile con l’ecosfera.
Occorre pertanto il transitorio passaggio alle fonti meno inquinanti come il metano e il risparmio energetico, per arrivare all’uso delle fonti energetiche rinnovabili.
Da questa impostazione è nata la proposta di contrastare il disegno dell’Enel offrendo il metano come un’alternativa immediata al carbone lavorando sin d’ora, qui, nel nostro territorio allo studio e alla ricerca delle energie rinnovavili, affinché si possa, in un prossimo futuro, arrivare al superamento anche del metano.
Faccio un esempio.
A Siracusa, dove era in funzione una vecchia centrale ad olio combustibile come quella di Civitavecchia, è stata realizzata dall’Enel la conversione a gas metano ed approvato il progetto “Archimede“ redatto dal premio Nobel Carlo Rubbia, che prevede l’uso dell’energia solare per alimentare la città di Siracusa.
In collaborazione tra loro, regione, enti locali, università, e centri di ricerca potrebbero essere ospitati, ad esempio, a Tarquinia, dove l’Università della Tuscia sta realizzando un centro di studi ecologici ed ambientali all’interno della riserva naturale delle Saline.
Sarebbe una nuova forma di ricerca scientifica decentrata o di federalismo nel campo delle fonti energetiche pulite .
Conosco le pressioni che vengono fatte da personalità e partiti che al loro interno hanno opinioni diverse, ai quali va chiesto prima del voto del 9 aprile cosa faranno dopo il voto, sul problema del carbone.
Come fece un anno fa Marrazzo, anche Prodi e i partiti del centrosinistra dovranno dirci come la pensano.
E’ un dovere democratico, è un elemento di chiarezza perché è evidente che l’ultima parola spetterà al nuovo governo del 10 aprile e che Marrazzo e le popolazioni non dovranno essere lasciati soli.
Cordiali saluti.
Luigi Daga