Senza Filtro - Alta l’adesione dei cittadini e degli operatori sanitari che hanno partecipato al secondo ciclo di appuntamenti de “Il Sogno di Basaglia”, che si è svolto dall’1 al 4 marzo ad Acquapendente.
Durante questi quattro giorni è stato affrontato il tema della salute mentale dal punto di vista dei diritti e del rapporto con lo spazio del corpo, grazie ai laboratori teatrali curati dalla Compagnia Teatrale Donati&Olesen presso il Teatro Boni, e al corso di formazione tenuto presso la Biblioteca Comunale dalla sociologa Maria Grazia Giannichedda, presidente della Fondazione Franco Basaglia (Roma), e da Tommaso Losavio direttore del Museo-Laboratorio della Mente realizzato in un padiglione dell’ex Ospedale Psichiatrico Santa Maria della Pietà a Roma.
Ricco e variegato il programma organizzato dalla Coop sociale Radici di Acquapendente, dal Consorzio delle Cooperative Il Cerchio, dall’Associazione Culturale iTusci, in collaborazione con l’Associazione culturale TeBo e la Coop Ape Regina, con il sostegno del Comune di Acquapendente, della Provincia di Viterbo, della Regione Lazio e dei Servizi A.S.L e con il patrocinio dell’Ordine degli psicologi del Lazio.
La massima partecipazione della comunità aquesiana all’iniziativa si è registrata in due momenti: mercoledì 1 marzo al Cinema Olympia, con la proiezione (ad ingresso gratuito) del film “Matti da slegare” di Silvano Agosti, Marco Bellocchio, Sandro Petraglia, Stefano Rulli, pellicola girata nel 1975 all’interno del manicomio di Colorno (Parma), interpretata da degenti ed ex degenti della struttura stessa; venerdì 3 marzo, al Teatro Boni, quando è andato in scena lo spettacolo “Aspettando Godot”, per la regia e l’interpretazione di Giorgio Donati, Jacob Olesen e Ted Keijser.
Aspetti importanti questi, perché dimostrano come sia utile veicolare un argomento così delicato come la “salute mentale” attraverso canali non ad esso convenzionali, ma di presa sul pubblico. Ed è portando “Il Sogno di Basaglia” tra la gente che si perpetua il progetto del grande psichiatra.
“Bisogna creare dei modelli organizzativi e culturali che diano la possibilità di fare ‘pratica dei diritti’. Il manicomio impedisce i diritti”. Queste le parole di Maria Grazia Giannichedda che, durante il corso di formazione, ha focalizzato l’attenzione sullo stretto legame tra diritto alla salute e dignità: l’uno non deve esistere senza l’altra.
Il prossimo appuntamento, e conclusivo, del ciclo legato alla figura di Franco Basaglia si svolgerà dal 6 all’8 giugno con il laboratorio teatrale “Storie da legare” e lo spettacolo “La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico”, entrambi a cura di Ascanio Celestini.