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Il cippo marmoreo |
Riceviamo e pubblichiamo
- C’era una volta a Fabrica di Roma un cippo marmoreo con croce di ferro in località Materano, al bivio tra la strada per Vignanello e Civita Castellana.
Il cippo marmoreo d’epoca tardo romana e recante iscrizione in latino è una delle ultime testimonianze della città di Faleri Novi.
Come raccontano i vecchi di Materano il cippo era stato recuperato tra le macerie della chiesetta rurale di San Giovanni, già fatiscente e demolita nel 1911 circa per far posto alla stazione della Ferrovia della “Società Anonima Roma Viterbo”, oggi Cotral.
Rimuovere il cippo come ha fatto la giunta Scarnati, per farne fare una copia - che dopo circa due anni ancora non è stata fatta - è una di quelle operazioni “culturali” che in realtà servono solo a spendere soldi. Il cippo non ha un pregio artistico, ma è interessante per la sua iscrizione, che l’assessore alla cultura non si è mai peritato di far trascrivere.
Quindi hanno fatto bene un gruppo di cittadini fabrichesi ad aver raccolto trecento firme che hanno presentato in Comuine per il ripristino del cippo e della croce là dove erano posti, prima che questo reperto storico sia dimenticato in un magazzino e, grazie all’incuria degli amministratori, fatalmente si “perda”, come già si sono “perduti” altri importanti reperti della storia di Fabrica.
Quel bivio tra la strada di Vignanello e Civita Castellana era un angolo caratteristico, che la commissione edilizia (per decisione del sindaco, ristretta al solo Tecnico Comunale) ha deciso di spazzare via per far allargare l’area di parcheggio di una attività commerciale.
Mi auguro che la questione venga portata in consiglio comunale sotto forma di petizione ai sensi dell’art. 58 dello statuto del Comune di Fabrica . Se i cittadini dovessero ottenere ciò che chiedono sarebbe una vittoria dei sentimenti e delle tradizioni storiche del paese contro una politica “culturale” sperperona e fatta di fallaci apparenze.
Gualdo Anselmi