Riceviamo e pubblichiamo
- In assenza del calcio giocato, visto che il campionato osserva domani un turno di riposo, tiene sempre più banco la complicata)situazione societaria. Il presidente della Viterbese Pecorelli si dichiara “pronto a staccare la spina”. Un’affermazione che non fa che alimentare la sensazione palpabile di un disimpegno ormai probabile.
L’amarezza del patron è stata determinata anche dalla provocatoria iniziativa messa in atto dagli ultras gialloblù, che hanno deciso di vendere davanti al Rocchi il libro “On the road again” per poi metterne il ricavato a disposizione di dipendenti e giocatori, che si vocifera siano da mesi senza stipendio. Una circostanza, questa, che il patron continua a respingere con massima fermezza. Questa iniziativa non è piaciuta affatto a Pecorelli che parla senza mezzi termini di “notizie allarmistiche” e di qualcuno che “ha interesse evidentemente a metterle in giro”.
Non paiono profilarsi, al momento, alternative alla sua persona. Le varie cordate delle quali si era parlato non molto tempo fa sembrerebbero essersi dissolte. Se dunque Pecorelli lasciasse il timone della Viterbese, chi guiderebbe la navicella gialloblù verso l’approdo della salvezza. E, ciò che più conta, verso quello ben più determinante dell’iscrizione al prossimo campionato?
Nel merito di un’eventuale cessione, il patron si lamenta di essere “l’ultimo a sapere certe cose” e che “è sempre stato così da che ho preso la Viterbese”. Affermazioni alquanto sibilline, se ne converrà, stante il fatto che sono rilasciate da chi ha (ha sempre avuto) in mano le leve di comando. Esse fanno il paio con quella relativa ai possibili subentri. “Io sono l’ultimo a sapere certe cose. È stato sempre così. Oltre ad Alberto Gianni, che si dice sia sempre dietro la porta, ho saputo dell’esistenza di una cordata viterbese. Nessuno però si è fatto avanti in prima persona. Le notizie mi giungono di rimbalzo, so di telefonate che si intrecciano. Niente di ufficiale, però”.
Nulla di nuovo, dunque, sul fronte societario. Tante voci e nessuna certezza. Anche nei giorni scorsi Pecorelli aveva respinto al mittente le notizie circolanti sul presunto dissesto finanziario della società, definendo “infondate” le preoccupazioni dell’ambiente gialloblù.
Anche perché “nessuno è a conoscenza di nulla della situazione reale” in quanto non sono stati da lui affissi “cartelli con su riportato lo stato finanziario, le entrate, le spese, il deficit, le scadenze, gli importi: ci si affida a ciò che si sente dire in giro, al terrorismo giornalistico che parla di scadenze di mezzo milione e più di euro”.
Ecco, il punto della questione sta tutto qui. Nella mancanza di comunicazione con il contesto. Se infatti ci fosse chiarezza - e si sarebbe ancora in tempo per farla - su quello che è l’effettivo stato economico della società, forse non saremmo arrivati in prossimità della scadenza del 31 marzo con questa angoscia che pervade e adultera i rapporti tra le parti. E che porterà a uno strappo che si profila ormai inevitabile.
Se dunque Pecorelli continua a definirsi “decisamente deluso per l’atteggiamento di una parte degli sportivi viterbesi, per non essere riuscito a convincere tutti sulle buone intenzioni del suo operato” e spande a piene mani una “assoluta certezza sul fatto che la società gialloblù non rischia nulla” dovrà convenire che la cortina fumogena che da mesi avvolge gli eventi societari non ha certo favorito le cose. E questa non è certo dipesa dai tifosi e dal contesto.
Sergio Mutolo