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Napolitano e Mazzoli |
- Napolitano attacca il centrodestra. Si è concluso ieri sera, nella sala conferenza di Palazzo Gentili con la presentazione del libro “Dal Pci al socialismo europeo. Un’autobiografia politica”. di Giorgio Napolitano, il “Ciclo pubblico di discussioni sulle culture politiche negli anni della Repubblica”. Ne hanno discusso insieme all’autore il presidente della Provincia Alessandro Mazzoli, Pier Luigi Ballini dell’Università di Firenze e Roberto Gualtieri dell’Università La Sapienza di Roma e della Fondazione Istituto Gramsci.
Una folta platea ha preso parte all’iniziativa promossa dalla Provincia, dall’Università della Tuscia e da Laterza Editori. “E’ un onore ha detto il presidente Mazzoli avere qui stasera il senatore a vita Giorgio Napolitano. E il pubblico presente in sala è la dimostrazione del contributo che la sua vita politica ha dato al Paese.
Il lavoro che presentiamo oggi ricostruisce la storia della sinistra italiana e del suo maggior partito attraverso le esperienze del senatore. Offre, inoltre, un’analisi lucida e dettagliata dei ritardi, degli sbagli ma anche dei meriti dell Partito comunista italiano durante la prima Repubblica. E’ una lettura profonda di una storia che può farci comprendere il dibattito politico e quanto sia cambiata negli ultimi anni la politica italiana”.
Secondo Ballini “l’autobiografia di Giorgio Napolitano è un racconto molto bello che ricostruisce non solo la militanza politica dell’uomo, ma anche gli ambienti e la storia personale. Dal racconto emerge costante un invito a non leggere la storia della Repubblica in bianco e in nero ma di capirne ogni volta la sua complessità. Questo lavoro ha risposto al dovere di scrivere una storia vera, ci fa conoscere meglio il Partito comunista, la classe dirigente e soprattutto ci mostra con schiettezza come si forma una cultura politica.
Ci racconta inoltre la storia di una passione attraverso la vita del Paese. Soprattutto questa autobiografia ci consente di conoscere l’apporto che Napolitano ha consegnato al partito e all’Italia senza illusioni o cedimenti. Ringrazio per questo il senatore e mi auguro che la memoria storica venga ancora coltivata, perché senza memoria la Repubblica non può sopravvivere”.
“Napolitano è il pensiero di Gualtieri - con questo contributo ci ha aiuta formulare un giudizio equanime sulla prima Repubblica e sul comunismo. Ci mostra come i partiti siano stati il veicolo per l’edificazione del Paese. Il Pci, in particolare, è il soggetto sul quale è stata fatta una valutazione lucida.
Il senatore ci ha mostrato come il Partito comunista sia stato fatto da intrecci e incoerenze, ma soprattutto da passione che ha portato all’emancipazione di massa e alla costituzione della Repubblica. Ma non solo. Napolitano sottolinea come il Pci attraverso verità importanti abbia costruito una politica forte e capace di accogliere i bisogni del Paese. Il libro è un contributo fondamentale per la costruzione attuale di un nuovo sistema politico, perché senza memoria non c’è superamento”.
L’ultima parola all’autore, Giorgio Napolitano: “Con questo lavoro ho solo cercato di dare un contributo nuovo alla riflessione politica di questi anni, perché credo che occorra promuovere la riflessione collettiva soprattutto tra i giovani, che non hanno esperienza degli eventi passati.
E inoltre perché mi piace verificare se i meno giovani si identificano nelle descrizione delle vicende da me riportate. Anche per questo ho cercato di essere il più possibile obiettivo. Non sono stato indulgente con me stesso e non ho tralasciato i contrasti interni al partito, non ho tralasciato però nemmeno il forte impegno e gli ideali che sempre hanno unito il Pci.
A questo proposito, quando nei primi anni novanta c’è stata la crisi del sistema politico e il crollo dei partiti storici della Repubblica, secondo me non sono state date risposte sufficienti a garantire uno sviluppo politico. L’impasse è stato superato solo con la riforma elettorale del 1993. Oggi ci troviamo da capo, con una riforma elettorale che è una forzatura inaudita, ma anche il maggioritario era stato applicato senza alcun limite e in maniera rozza. La cosa è grave, rappresenta la deformazione dei partiti.
La storia del Partito comunista italiano è stata un intreccio contraddittorio e complicato ma soprattutto è stata la rappresentazione di una comunità di uomini, donne e lavoratori che hanno cercato di andare avanti. Oggi la situazione è completamente diversa e se non cambia questo governo non si va più da nessuna parte. Speriamo di uscire da questa vicenda così inquietante per guardare di nuovo al futuro”.