- "Preso atto che il suo tentativo di speculazione politica sull'ipotesi dell'uranio impoverito quale causa della cosiddetta "sindrome dei Balcani" è andato all'aria, per la serietà con cui la maggioranza e in particolare An hanno condotto i lavori della commissione, la sinistra ha preferito buttarla in caciara". Lo sostiene il senatore Michele Bonatesta, vicepresidente della commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito e membro della direzione nazionale di An, commentando le reazioni degli esponenti dell'Unione al documento conclusivo approvato dalla commissione.
"Vale la pena di ricordare che dall'indagine svolta dalla commissione -prosegue Bonatesta- non sono emersi elementi sufficienti per suffragare la tesi dell'urano impoverito quale responsabile della morte di numerosi nostri militari. Né si è potuto escludere che il modo di somministrazione dei vaccini o la loro reazione sul fisico, a seconda dell'ambiente, possano essere stati la causa della morte di altri nostri militari. Lungi da noi, quindi, qualsivoglia tentativo di strumentalizzazione, un'accusa che anzi ritorciamo contro la sinistra e anche contro qualche consulente, che sin dall'inizio dei lavori della commissione -sottolinea il senatore- ha dimostrato di non voler ricercare "la" verità, ma "quella" verità.
Tanto è vero che proprio in queste ore è spuntato un libro di uno dei consulenti dove si dà per scontata la tesi dell'uranio impoverito quale killer dei nostri militari. Ma grazie allo spirito e all'approccio "laico" della Cdl e in particolare di An, che hanno portato avanti l'indagine senza tesi precostituite e con l'unico intento di ricercare la verità, -rimarca Bonatesta- si è riusciti a sventare la manovra propagandistica della sinistra. Da parte mia, se qualche volta ho dovuto rinunciare a partecipare ai lavori della commissione, è stato soltanto ed esclusivamente perché sono andato a cercare all'esterno, per poi portarli in commissione, quegli elementi che hanno consentito allo stesso organismo di allargare lo sguardo a 360 gradi nello svolgimento dell'indagine.
Un'indagine che, per quanto ci riguarda, -conclude l'esponente di An- dovrà proseguire anche nella prossima legislatura, rinnovando la commissione, perché occorre arrivare a fare piena luce e chiarezza sulle cause delle morti dei nostri militari. E' un imperativo morale, civile e politico soprattutto nei confronti dei loro familiari".