Riceviamo e pubblichiamo
- Ho letto la richiesta di Marco Graziotti (“Ma che fine ha fatto l’appalto dello stadio?”) che fa bella mostra di sé nella home page di Tusciaweb. In attesa che le istituzioni si decidano a rispondere e nella speranza che ciò avvenga il più sollecitamente possibile, ci sembra che valga la pena proporre un breve sunto sullo stato dell’arte dell’annosa questione. Di cui ci siamo interessati da lungo tempo e in merito alla quale abbiamo lanciato ripetuti (e fin qui inascoltati) appelli.
Fu molto tempo fa che si cominciò a parlare della ristrutturazione del Rocchi. Correva infatti la calda estate del 2004, quella del fallimento della Us Viterbese calcio di Capucci, quando il sindaco Giancarlo Gabbianelli comunicò alla città e ai tifosi (in preda alla più cupa disperazione per gli eventi che stavano precipitando a cascata) la delibera con cui il consiglio comunale aveva deciso di procedere alla ristrutturazione dell’obsoleto stadio Rocchi. La Regione aveva infatti provveduto a stanziare i fondi necessari e i lavori, a detta del primo cittadino, sarebbero partiti al più presto.
E però tutto tardava (inspiegabilmente?) a prendere il via. Già in un’intervista rilasciata al sito internet della società il 15 dicembre 2004 il sindaco Gabbianelli, interrogato sulle possibili cause del ritardo, precisava che "I soldi ci sono, state tranquilli. Smentisco la diceria che andranno persi i finanziamenti se non si inizieranno i lavori entro la fine dell’anno. E’ dal 1930 che non c’erano fondi per lo stadio. Destinare questi finanziamenti alla ristrutturazione del Rocchi è stata una scelta nell’interesse della città di Viterbo in primo luogo. Sarà presto bandita una gara d’appalto di trasparenza pubblica, per fare le cose nel modo più pulito e chiaro possibile. State tranquilli, perché i lavori al Rocchi verranno fatti di sicuro”.
Il 4 febbraio 2005 anche l'assessore ai Lavori pubblici del Comune di Viterbo Antonio Fracassini rilasciò al giornalista Andrea Arena del "Messaggero" una lunga intervista sulla questione Rocchi, nella quale si cercava di fare il punto sullo stato delle procedure. L’assessore dichiarava. tra le tantissime altre cose, che “Nei prossimi giorni partirà la gara d’appalto, la stiamo definendo. E a fine campionato inizieranno i lavori. Abbiamo studiato tutto di proposito, per non intralciare troppo l’attività sportiva”.
La macchina burocratica si mise effettivamente in moto. Il progetto venne approvato dalla giunta comunale il 25 febbraio del 2005. Il 28 giugno 2005 l’avvocato Romolo Massimo Rossetti, dirigente del servizio affari amministrativi ufficio gare e appalti, nominava responsabile del procedimento l’architetto Ferdinando Contessa in servizio presso il Comune di Viterbo e precisava che - ai sensi della legge 675/96 - i dati forniti dai partecipanti alla gara sarebbero stati raccolti e trattati in conformità alle norme vigenti in materia di appalti pubblici. Il bando di concorso venne infine pubblicato il 16 luglio del 2005.
A questo punto tutto sembrava veramente pronto. I giornali, infatti, dettero l’annuncio quasi in pompa magna e con la massima dovizia di particolari. Gli interventi previsti avrebbero riguardato opere per l’adeguamento tecnico-funzionale e la riqualificazione estetica dell’impianto sportivo, secondo il progetto preliminare già approvato dalla giunta comunale. La tribuna sarebbe stata ampliata fino a contenere diecimila spettatori.
Al Rocchi avrebbero trovato spazio uffici e servizi. Tutto l’esistente sarebbe stato riqualificato. Un’opera importante, il cui costo complessivo era precisato nella misura complessiva di due milioni 274mila euro. Di essi, due milioni 130mila erano destinati ai lavori veri e propri, ventimila200 euro all’attuazione dei piani di sicurezza (somma non soggetta a ribasso) e 124mila euro alla progettazione definitiva, esecutiva e al coordinamento della sicurezza in fase di progettazione (somma anche questa non soggetta al ribasso).
Si precisava anche la durata dei lavori. Essa sarebbe stata di centoventi giorni lavorativi e questo termine sarebbe scattato dal momento dell’affidamento alla ditta vincitrice dell’appalto.
Da allora sono trascorsi altri otto mesi. I lavori non siono cominciati. Apparentemente non sembra accaduto nulla. Comunque nulla è stato ufficialmente comunicato dagli organi competenti né è filtrato dai giornali.
Fa piacere leggere oggi che qualcuno segue ancora appassionatamente la questione. Duole rilevare che la macchina burocratica del Comune non abbia ancora dato il via a un progetto finanziati già nell’agosto del 2004.
In attesa che chi di dovere ci dia i necessari (doverosi) lumi, riflettiamo sul fatto che forse le somme stanziate potranno risultare allo stato insufficienti - stante il tempo lasciato passare - per coprire il interamente il progetto che era stato approvato.
Sergio Mutolo