Senza Filtro - Caro direttore,
c’è da ammettere che stavolta lei e il signor Ricci avete veramente colto nel segno.
Non nascondo che agli inizi della vostra recente avventura riguardante l’ormai notissimo appello contro la violenza, anch’io ho fatto parte di quella schiera di persone che hanno teso a sottovalutare l’iniziativa, non perché non fosse giusta o opportuna, ma piuttosto perché sembrava a mio modo di vedere scontata e priva di effettiva rilevanza pratica.
Invece a volte è bello ricredersi nella vita, ed è bello soprattutto farlo senza preconcetti.
Questo è accaduto a me e sono convinto anche a tanti altri.
L’appello da voi sostenuto ha acquistato una rilevanza politica e civile eccezionale: se ne è discusso in tutte le sedi istituzionali e non, e ha indotto le coscienze di ognuno di noi a riflettere e a ricordare che spesso le cose che contano veramente sono proprio quelle che si danno per scontate.
Ho letto con piacere che l’iniziativa è riuscita a creare, cosa più importante di tutte, un dialogo aperto con correnti di pensiero anche discordanti, e con realtà che, a torto o a ragione non spetta a noi stabilirlo, sono state associate a vari atteggiamenti di violenza: si tratta di un risultato fondamentale, perché tentare di emarginare tali realtà sarebbe stato come rompere il termometro per far passare la febbre.
Il merito più importante però, secondo me, l’avete rivestito nel vigilare attentamente che un tale successo mediatico e culturale non cadesse vittima di tristi speculazioni di parte.
E di tentativi ce ne sono stati…
Del resto se è vero che il confronto è una componente indefettibile del vivere civile, è vero anche che trasformare un appello del genere in una polemica fra partiti, avrebbe svilito il significato e l’importanza di tale iniziativa in maniera vergognosa.
Ci troviamo in un momento delicato: la violenza non è più un problema che si può sottovalutare, soprattutto con l’esempio che quotidianamente ci offre quella che sta diventando ormai una vera e propria guerra fra la nostra civiltà e quella islamica.
C'è bisogno, oggi più che mai, di rispetto, di tolleranza, di dialogo.
E di qualcuno che ci ricordi queste cose…come avete fatto voi.
Vi auguro di poter continuare su questa strada con la forza e la convinzione dimostrate fino ad ora, e visto che non l’ho ancora fatto, e non intendo darlo per scontato, vi faccio i complimenti più sentiti.
Cristiano Minniti
Presidente Azione Giovani Tarquinia
Assessore Comunale
Credo che lei abbia colto alcuni aspetti fondamentali dell'azione politica prodotta dall'appello. Oggi nessuno può più parlare con leggerezza della violenza politica. E questo è un fatto.
Vede da lei mi dividono mille questioni politiche, ad iniziare dalla guerra e dal rapporto con gli islam, ma credo che in democrazia si possa e si debba trovare un "campo di gioco comune", un denominatore comune, per poi dividersi su tutto il resto. Anche aspramente, come è mia abitudine. Fermo restando il rispetto assoluto del proprio avversario. Della sua dignità. Peccato che non tutti siano concordi su questo.
Cordialmente
Carlo Galeotti