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Marcello Meroi |
Senza Filtro - Ho letto con attenzione il documento della Federlazio in ordine allo sviluppo del nostro territorio.
Maggiori infrastrutture, dialogo tra soggetti istituzionali, energie alternative, diminuzione della pressione fiscale, attenzione alle imprese, riduzione del costo del lavoro e persino “lobby“ territoriali.
Al di là dei concetti, talmente ovvi da non poter che essere condivisi, manca però, in un progetto che il buon presidente Orsolini condisce anche di una bocciatura per i parlamentari uscenti, quel pizzico di sana, corretta e seria autocritica che i nostri capitani di industria locali non pare abbiano la volontà di fare.
E’ giusto quello che i vertici di Federlazio affermano: che questo è un territorio in ritardo infrastrutturale e che l’attenzione di tutti (e ribadisco tutti), i governi centrali non è stata mai in linea con le sue aspettative.
Ne sono perfettamente a conoscenza, così come Bonatesta, Fioroni, Sposetti e tutti i colleghi parlamentari che in tanti anni hanno rappresentato questo nostro territorio nelle sedi istituzionali.
Forse non saremo riusciti ad ottenere grandi risultati, ma credo che quando si debba fare sistema tutti si sia vincolati a svolgere un ruolo sinergico e comune. Per questo condivido totalmente le affermazioni riportate dalla stampa di Roberto Pepponi: l’orticello non fa crescere nessuno.
Tutti si debba avere un progetto complessivo e non settoriale, tutti si debba pensare allo sviluppo imprenditoriale generale e non a volte solo a quello della propria azienda.
Così si fa squadra, impresa, sviluppo.
Anche assumendosi responsabilità precise, non pensando troppo a mantenere ottimi rapporti e ad abbracciare entusiasticamente i transitori “colonnelli“ e “generali“ rappresentanti il “potere“ sul territorio, potenziali ma a volte anche concreti e positivi sponsor di realtà locali.
Condivido quindi l’appello fatto ai vertici di Confindustria dal presidente Berlusconi: maggiore coinvolgimento, più collaborazione, meno pessimismo, meno polemiche, più investimenti, più programmi di largo respiro.
E se posso aggiungere, ripetendomi, una qualche capacità di autocritica: da Montezemolo a tutti gli autorevoli rappresentanti della impresa locale.
Il capire di non essere riusciti a raggiungere tutti i risultati voluti, non sempre per colpa di altri, è segnale di serietà e di correttezza.
Io lo riconosco: però mi sento un po’ solo.
Marcello Meroi
P.S. Forse Federlazio non ne è a conoscenza. Ma tra i candidati locali con una qualche possibilità di elezione ci sono anche io. Se vogliono, pur non avendoli soddisfatti, rimango comunque a disposizione.
Visto mai che in futuro possa essere utile…