Senza Filtro -Il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Tuscia ha spento cinque candeline con un convegno, svoltosi nei giorni scorsi nella Sala conferenze della Camera di Commercio di Viterbo. “Dall’iniziativa è emersa la ricchezza di esperienze e di valori imprenditoriali che caratterizzano l’universo femminile in questa provincia dichiara con soddisfazione Vita Sozio, presidente del Comitato . Un quadro inedito che fa ben sperare per il futuro”.
Nella Tuscia le imprese condotte da donne sono circa 11mila, con un aumento dell’1,8% rispetto al 2004, segnando una crescita più sostenuta rispetto al totale delle imprese che per lo stesso periodo è stato del +0,7%. “Dati confortanti continua la Sozio frutto anche dell’impegno svolto dal nostro Comitato attraverso corsi di formazione, accordi con gli istituti di credito, attività di sostegno”.
Il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile è stato istituito dalla Camera di Commercio di Viterbo, recependo il protocollo d’intesa siglato tra il Ministero delle Attività produttive e Unioncamere sulla Legge 215/92, che prevede azioni positive in favore delle imprese dirette da donne.
Tra i settori di maggior sviluppo per le donne ci sono i servizi sociali e personali, gli alberghi e ristoranti, e il settore del commercio, ma non mancano incrementi anche in altri comparti. “Le nostre rilevazioni spiega Elisabetta Petronio, rappresentante della CNA nel Comitato parlano di crescita anche per l’artigianato, un settore dove le donne riescono a esprimere più che in altri la loro sensibilità, creatività e quell’esigenza di migliorare per creare prodotti di qualità, come dimostra il forte sviluppo del settore artistico. Tuttavia non dimentichiamo che la donna prima di essere imprenditrice è spesso madre e moglie, e deve organizzare al meglio non solo la propria vita, ma anche quella della famiglia. Ci riesce tutto egregiamente, ma abbiamo bisogno di essere incoraggiate e apprezzate per la ricchezza che offriamo”.
Barbara De Dominicis, amministratrice di “Tessili Antichi Srl”, società di rilevanza nazionale specializzata nello studio, conservazione e restauro di opere di pregio realizzate con tessuti animali e vegetali, racconta la sua storia: “Siamo partite grazie ai fondi previsti dalla legge sull’imprenditoria femminile, ma il salto di qualità l’abbiamo fatto spostando la nostra sede da Roma a Viterbo perché per una donna qui è più facile conciliare le esigenze di lavoro con quelle familiari. I nostri problemi, invece, derivano dai tempi di pagamento degli enti pubblici e dalla disponibilità di personale specializzato. Confidiamo che presto possa stringersi una collaborazione con l’Università della Tuscia, affinché alcuni studenti possano svolgere degli stage presso la nostra azienda”.
Sul tema della formazione torna Daniela Lai di “Artistica”, la società cooperativa che nel centro storico di Viterbo qualche anno fa ha aperto un laboratorio artigianale di ceramica artistica, recuperando antiche tecniche di lavorazione: “Il supporto del CeFAS è stato determinante per migliorare il nostro progetto imprenditoriale, adeguandolo alle esigenze del mercato, e conseguire la possibilità di utilizzare il marchio collettivo Tuscia Viterbese. Attualmente il problema fondamentale è la collocazione della nostra bottega, ubicata nel cuore del quartiere medievale di San Pellegrino, potenzialmente in ottima posizione ma ormai ai margini dei flussi turistici e commerciali”.
Particolarmente interessante è la crescita di imprese dirette da donne nel settore agricolo: “Sono imprenditrici competitive illustra Monica Allegrini di Confagricoltura, componente del Comitato attente all’evoluzione del mercato, alla qualità e pronte ad ampliare le loro aziende. Le donne scelgono il settore agricolo anche per la flessibilità organizzativa, per la maggiore possibilità di conciliazione tra lavoro e vita familiare, mostrando enorme interesse per la qualità della vita nel territorio e per la multifunzionalità dell’impresa agricola”.
Debora Brignone possiede l’azienda “Podere Bianca Maria”, a Nepi, dove produce cereali, ortaggi e miele: “Qualche anno fa ho lasciato Roma con un sogno: realizzare un’azienda agricola, nonostante non avessi alcuna esperienza familiare alle spalle. Ho cominciato con la ricerca del terreno e un passo dopo l’altro, grazie anche ai Corsi di formazione promossi dal Comitato per l’imprenditoria femminile e dal BIC Lazio, sono riuscita a mettere in piedi le prime linee di produzione. Ma quanta fatica all’inizio per convincere le banche a dare credito al mio progetto. Gli istituti di credito dovrebbero fare scelte più coraggiose e finanziare le idee, così come avviene in altri Paesi”. Altrettanto interessante è l’esperienza di Carla Bigarelli e Giuseppina Agostini, titolari a Corchiano dell’azienda agricola “Casal Bevagna”, dove coltivano i 10 ettari di terreni da cui traggono olio, nocciole e vini di qualità.
“Sono solo alcune delle espressioni di un panorama più ampio riprende Vita Sozio dove non mancano i gesti di solidarietà e collaborazione come quelli testimoniato per l’Associazione Viterbo con Amore o per la realizzazione di questo evento, per il quale devo ringraziare in modo particolare: il Vivaio Pinzaglia, l’Azienda agrituristica La Vita, l’azienda Casal Bevagna, The Fantasy Catering e Frantoio Leonardi”.
“Voci che hanno lasciato un segno”, commenta il presidente della Camera di Commercio di Viterbo, Ferindo Palombella, confermando l’impegno a “dare maggiore visibilità alle esperienze imprenditoriali femminili, affinché la Tuscia si caratterizzi sempre più per la sua attenzione all’altra metà del cielo”.