Senza Filtro - Legittimo il contributo di Corsetti sulla questione “interramento Ferrovia” nella città capoluogo. Utile peraltro a definire una ipotesi più compiuta ed organica di riassetto della viabilità e di ricucitura del tessuto urbano, che vengono evocate nel suo intervento.
In questo senso si è orientato il dibattito alimentato con più iniziative nella città e nel consiglio comunale da parte della minoranza di centrosinistra, con interpellanze e mozioni, sulle quali in termini generali si sono verificate convergenze più ampie.
La questione vera è che le amministrazioni di centrodestra, a partire dal comune capoluogo, che hanno espresso livelli di governo nel territorio non hanno messo in campo una iniziativa credibile ed una prospettiva percorribile. Tant’è che in oltre 10 anni siamo rimasti alle buone intenzioni.
Bene fa quindi oggi la Regione Lazio a raccogliere questa esigenza, impegnandosi concretamente a mettere mano ad un progetto di fattibilità dell’opera, che non potrà certo prescindere dalle elaborazioni più o meno parziali sin qui maturate e dalle volontà politiche ed amministrative più o meno convintamene espresse.
Per quanto ci riguarda, coerentemente con le proposte e gli orientamenti programmatici che abbiamo in più sedi avanzato a cominciare dal programma amministrativo unitario della coalizione presentato nell’ultima tornata elettorale comunale crediamo che una valutazione preventiva la fattibilità debba riguardare necessariamente un segmento più ampio del puro tratto di attraverso urbano ma anche la strumentazione normativa e la dotazione economica con cui potere realizzare l’intervento.
A riguardo assumendo l’esempio di altre città che hanno già assunto obiettivi analoghi e che conseguentemente marciano verso l’obiettivo vedi Bolzano abbiamo suggerito l’ipotesi della Società di Trasformazione Urbana, per sua natura coinvolgente gli interessi e le risorse economiche e patrimoniali, sia del pubblico che del privato, in tutte le fasi dell’intrapresa.
Un grande progetto, senz’altro ambizioso, che punta a ridisegnare il volto, gli equilibri urbanistici, i collegamenti, la vivibilità di una città capoluogo deve porsi sin dalle premesse, se non vuole essere velleitario la questione della congruità e della percorribilità progettuale, esecutiva e gestionale dell’intervento.
La regione se vuol dare un apporto serio e concreto alle ragioni di riequilibrio territoriale di una entità “anomala” come il Lazio non solo può ma deve, d’intesa colle comunità locali, intervenire concretamente. Perché, oltrepassato il 2000, “la capitale della Tuscia” dovrebbe ancora negarsi la speranza di crescere e soprattutto crescere bene?
Sandro Mancinelli
Segretario Unione Comunale DS Viterbo