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La presentazione dei candidati dell'Udeur a Pianeta Benessere |
- E Brachetti fa il pieno a pianeta Benessere.
Ieri sera la presentazione dei candidati ha visto la presenza di oltre 400 persone, in un sala gremita. Un platea gremita per conoscere i candidati dell’Udeur. Al Senato Titta Madia, Raffaele D’Orazi, Vincenzo Leo, Vasco Palombini; alla Camera nel collegio Lazio 2 Angelo Picano, Giuseppe Brachetti, Angelo Corsetti, Fiammetta Cincinelli.
Il discorso di chiusura dell’assessore Regino Brachetti
Cari amici,
quella che si profila davanti a noi è una sfida che, sono certo, sapremo affrontare con l'entusiasmo e l'impegno di sempre, nella convinzione che anche stavolta la nostra serietà ci premierà.
La lunga striscia di successi che ha caratterizzato le nostre ultime prove elettorali ha costretto tutti a prendere atto dell'affermazione di un raggruppamento politico, il nostro, con il quale bisogna fare i conti.
Quella che all'inizio era una pattuglia, di cui in pochi facevamo parte, si è trasformata infatti, man mano, in una forza politica indispensabile ad assicurare la vittoria del Centro Sinistra, ad ogni livello istituzionale.
Vedete, la nostra scelta nei confronti dell'Unione è stata la logica conseguenza della constatazione di una situazione in cui la stanchezza della gente e lo stato dell'economia, dopo cinque anni di governo del Centro Destra, sono prossimi al punto di non ritorno.
Certo, nell'ultimo lustro i ricchi si sono arricchiti di più.
Ma il ceto medio, gli operai, gli impiegati, i funzionari pubblici e privati, gli insegnanti, coloro, ovvero, che rappresentano la spina dorsale della società italiana, vivono con frustrazione il fondamentale ruolo che svolgono al servizio di questo Paese, in presenza di una remunerazione del tutto inadeguata, e comunque insufficiente a garantire a molte fasce di popolazione un'esistenza dignitosa.
Oggi è palese ed evidente l'incapacità di questo Governo di mantenere il livello di dignità economica ed istituzionale che l'Italia di de Gasperi, e, consentitemelo, della Democrazia Cristiana, avevano garantito.
Nettamente negativo è, del resto, il bilancio che ci lasciano, sia sul fronte economico-finanziario, che sul versante istituzionale.
Penso, a questo proposito, alla cosiddetta riforma della giustizia, capace di scontentare i giudici e gli avvocati, come i nostri amici Madia e Cincinelli possono testimoniare, tanto da costringere entrambe le categorie a scioperare più volte, in una sorta di corto circuito istituzionale provocato da questa maggioranza.
E penso alla scuola, colpita da una riforma che è riuscita a scontentare tutti e di associare nella protesta studenti, genitori e professori, di ogni ordine e grado, a fronte di giovani che hanno sempre meno certezze, mentre il poco lavoro che trovano viene offerto loro attraverso forme contrattuali che non garantiscono non solo la stabilità ed il futuro, ma nemmeno la qualità delle prestazioni e la formazione.
Penso, infine, alla sanità, e all'enorme deficit finanziario lasciato da tutte le amministrazioni regionali di centro destra, con il cui micidiale peso dobbiamo fare i conti oggi tutti noi, sia come amministratori, impegnati allo spasimo a risanare la voragine ereditata, che come cittadini, di fronte a servizi che scontano la malagestione passata.
Per tutti questi motivi è ora di cambiare.
Cambiare per tornare ad essere padroni del nostro destino.
E per avere, ad esempio, un Parlamento davvero eletto da tutti noi e non nominato da una ventina di persone.
Perché questo è quello che ha prodotto la riforma elettorale targata centrodestra, non prevedendo la possibilità di esprimere il voto di preferenza.
La riforma del Centro destra non è la riforma in senso proporzionale che volevamo, perché essa doveva consistere nella possibilità di far rappresentare ogni parte della società, lasciando però agli elettori la possibilità di scegliersi i propri rappresentanti.
Invece, saranno eletti solo i primi della lista e i posti in lista li hanno decisi in pochi .
Allora vogliamo dire con forza al Centro destra che lo Stato non è una società per azioni, e che i partiti sono fatti di gente che si incontra e discute. E soprattutto che i partiti non hanno padroni.
Ecco perché vogliamo cambiare.
Ed è per tutto questo, con il consenso che, sono certo, ci verrà riconosciuto, che vogliamo rappresentare coloro che non ne possono più!
Essere in lista con noi è segno di testimonianza, di grande spirito civile e di servizio, al Partito e alla Comunità, in ossequio ai valori del cattolicesimo democratico, fondati sulla famiglia e sulla solidarietà sociale, che fanno parte del nostro Dna.
Per questo voglio ringraziare i nostri candidati, nella scelta dei quali abbiamo tenuto conto dell'esigenza di dare la più ampia rappresentanza possibile alle varie componenti della società civile del Lazio e della Tuscia.
La presenza, nelle nostre liste, di alcune delle migliori espressioni del mondo delle professioni, dell'imprenditoria e del sindacato, (se è il caso citare i vari candidati), è segno di garanzia, a conferma dell'impegno dei Popolari-Udeur nel farsi carico delle istanze e delle necessità del territorio, pure e soprattutto in relazione al fatto che la nostra provincia ha scontato, negli ultimi 5 anni, un grosso deficit di sviluppo
La mancata crescita del territorio, e la conseguente necessità di mettere in atto tutte le misure necessarie a riportare la fiducia tra la nostra gente, richiede un impegno serio, concreto e straordinario, a sostegno di progetti che devono avere come unico obiettivo la valorizzazione delle risorse umane e materiali di cui la Tuscia dispone in grande quantità.
Serve ridare speranze ai giovani, protagonisti oggi di un interminabile flusso migratorio verso zone che offrono loro maggiori opportunità; e occorre offrire certezze alle imprese e al mondo del lavoro, sfruttando, ad esempio, le grandi possibilità, anche finanziarie, di cui la Regione Lazio dispone. Risorse, è bene ricordare, elargite finora in base a criteri discutibili, se non addirittura sanzionabili.
In questo contesto serve attivare un circolo virtuoso, nel quale possa trovare posto quella sana lobby territoriale della quale spesso ho parlato, il cui unico obiettivo deve essere, se necessario pure con accordi trasversali, la realizzazione delle grandi incompiute che caratterizzano il nostro territorio, a partire dalle infrastrutture viarie.
E' superfluo sottolineare, a questo proposito, che la sintonia tra Governo nazionale, Regione e Provincia avrebbe, e, siamo certi, avrà, un grosso effetto propulsore.
Cari amici, i partiti della coalizione ci hanno riconosciuto un ruolo fondamentale di rappresentanza, che nasce dalla nostra capacità, dal nostro senso di dignità e dal nostro equilibrio: è una presenza evidenziata dagli importanti incarichi istituzionali che ci sono stati affidati. Ciò non è accaduto certo per gentile concessione.
Si è trattato dell'atto che sancisce l'autorevolezza dei Popolari- Udeur.
Un ruolo che ha il Partito, ma che viene assegnato anche a ognuno di noi, in virtù dell'equilibrio che sempre sappiamo dimostrare, che molto spesso diventa anche il collante dell'intera coalizione, ed è considerato un valore aggiunto del quale i nostri iscritti, i nostri elettori, fanno dono a tutti gli altri Partiti.
Non potrebbe essere altrimenti, del resto, visto che siamo un partito di Centro. Un partito moderato, ma anche riformista, un partito che combatte in una zona di frontiera.
In un territorio elettorale dove sono più numerosi gli incerti, i dubbiosi, quelli che ancora non hanno deciso e che forse decideranno all'ultimo momento.
E' su quel terreno che noi combatteremo la nostra battaglia, il terreno dove sono tanti quelli che, come noi, vogliono riflettere, e non si fanno abbindolare dagli specchietti o esaltare da passioni effimere.
Un terreno che per tradizione conosciamo bene e sul quale stiamo lavorando, per dare ai nostri concittadini quel segnale di fiducia di cui hanno bisogno .
Con la nostra parola e la nostra testimonianza dobbiamo svolgere una azione importante, per la democrazia di questo Paese: possiamo e dobbiamo far tornare alle persone la voglia di votare, dando loro un riferimento.
Il nostro impegno sarà allora determinante per la vittoria dell'Unione, perché, come sempre, avrà come conseguenza un voto convinto, che nasce da ragionamento e dalla passione politica.
Ecco perché dobbiamo essere in tanti. Perché dobbiamo contare di più, molto di più.
Siamo una forza in cammino ed in progressiva affermazione.
Da Viterbo, dalla nostra terra, deve partire un segnale visibile in tutto il Lazio.
Sono certo che ne saremo capaci, perché ci crediamo, perché ci conosciamo, perché, attraverso l'esempio, ci siamo conquistati la fiducia.
E perché, soprattutto, siamo una forza tranquilla, impegnata a sostenere chiunque ne abbia bisogno, senza lasciare indietro nessuno.