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Renzo Trappolini
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Senza filtro - La trasversale comincia a prendere forma, l’assessore ai Trasporti della Provincia, Renzo Trappolini, comincia invece a guardare oltre. E lo fa attraverso una lettera aperta all’imprenditoria locale, cui chiede uno studio sul futuro del territorio post trasversale, del quale sarà protagonista, basato sui diversi punti di vista.
“Anche nell’ultima riunione del tavolo di concertazione in Provincia è emersa chiaramente la consapevolezza da parte del mondo produttivo del significato del completamento della trasversale in termini di “svolta” nello sviluppo della Tuscia.
Il sostegno dei Governi centrale e regionale ha inequivocabili caratteri di concretezza: cento milioni di euro stanziati dalla Regione e l’incarico a un viterbese, l’assessore agli Enti locali Regino Brachetti, di operare per il coordinamento delle iniziative con riferimento alle comunità locali. Due ministri, quello viterbese della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, e l’altro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro che, per agire, non temono di prendere atto della mancanza di fondi e la comunicano con trasparenza già nel luglio scorso e a Viterbo.
Quattro mesi dopo, il protocollo firmato dal presidente Piero Marrazzo con Di Pietro, che impegna il Governo a completare l’opera e, conseguentemente, a reperire i finanziamenti necessari.
A questo punto la “macchina” è in moto e noi viterbesi dobbiamo dimostrare di saperla guidare. Non si sta realizzando, infatti, solo una strada più larga ma un nastro trasportatore di merci e persone dal Tirreno verso l’Adriatico e, come mi scrisse Di Pietro, da e verso l’Europa.
Milioni di croceristi che giunti al porto di Civitavecchia possono trovare gradevole venire a godere dei nostri beni culturali e ambientali, della nostra economia, della nostra sana e viva identità.
Merci che avranno bisogno di essere trattate nel percorso, per le quali c’è in costruzione il Centro merci a Orte che, per essere completato, abbisogna di una forte compagine azionaria, di una rinnovata capacità finanziaria e, quindi, di un diverso impegno della Regione a partire dalla revisione dei patti di concessione. Ma non basta.
C’è infatti la necessità di ridisegnare le vocazioni del territorio e pianificare le sue destinazioni cominciando dal comprendere fin d’ora i dati delle potenzialità economiche derivanti dalla Trasversale ed attrezzandoci per tempo al fine di “non perdere il treno” delle connesse opportunità produttive, di distribuzione commerciale, di occupazione.
Le organizzazioni di categoria - comprese quelle delle banche, senza dimenticare il ruolo attivo e prezioso della Fondazione Carivit - tutto questo lo sanno bene ed io credo, sostenuto dal presidente della Provincia Alessandro Mazzoli, di avere il dovere di rivolgermi a loro chiedendo di fare un primo passo: produrre uno “studio” tecnico su come esse, dai rispettivi angoli visuali ma con orizzonte globale, ipotizzano il futuro dello sviluppo del territorio del quale saranno chiamate ad essere protagoniste.
Lo studio potrebbe costituire un’importante base di confronto con tutte le componenti socio-economico-culturali locali, da avviare subito per giungere a conclusioni operative condivise, da metter in atto senza perdere tempo. Per non farci trovare impreparati quando si dovrà agire e rischiare di bruciare così un’altra importante occasione di sviluppo, il quale è sempre passato attraverso l’apertura all’esterno, l’uscita fuori delle mura.
La mia richiesta potrebbe apparire velleitaria. Invece è realistica e garantita dalla capacità di raccordarsi e di disegnare il futuro, che sicuramente possiedono le organizzazioni, le quali possono così meglio servire i loro associati nella individuazione delle prospettive di business che altro non sono che un momento indispensabile per lo sviluppo del territorio.
La trasversale potrà così davvero essere utile alla Tuscia, facendola diventare un cuore pulsante dell’economia che su di essa passerà. Altrimenti sarà solo una strada più larga”.