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Laura Allegrini
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Riceviamo e pubblichiamo
- Spettacolarizzazione della morte: nell’uno e nell’altro caso. Ma la vita, la nostra come quella degli altri, è un bene indisponibile, anzi un miracolo.
Riflettiamo che anche della nascita della nostra vita noi siamo spettatori impotenti: non possiamo decidere noi quando morire o far morire un’altro.
Vale quando uccidiamo un feto, o stacchiamo la spina ad un familiare che ce lo implora con gli occhi, o quando eseguiamo una condanna.
Nel caso del raiss poi, un grave errore politico: dopo una missione di peace keeping… speriamo che non si scateni il finimondo!
La vita è appesa ad un filo: sia il cordone ombelicale, quello della spina di una sofisticata apparecchiatura o del cappio che, alla fine non cancellerà né Saddam né i suoi crimini efferati.
Alcuni ne faranno un martire.
Seneca diceva che si comincia a morire quando si nasce… In realtà la morte si prepara con la vita anche se ci sorprende; cioè si muore come si è vissuto. Questo i cattolici lo sanno…
Ma la vita è sopra di noi e oltre noi. Per questo la pena di morte non è mai giusta e vivere non può essere una pena.
Si potrebbe parlare e scrivere per anni… L’inizio del nuovo anno sconcerta l’umanità e la politica con temi antichi, ma sorprendentemente difficili da affrontare.
Ognuno di noi non può sottrarsi alla riflessione.
Buon Anno a tutti! Auguri a tutti quelli che credono nei valori della vita e alla vita come valore.
Lo ricorderemo come il Natale della Finanziaria di Padoa Schioppa, del presepe gay, delle operazioni al cuore di tanti politici. Lo ricorderemo soprattutto come il Natale dell’eutanasia tanto cercata da Welby e dell’esecuzione di Saddam Hussein.
Senatrice Laura Allegrini