Riceviamo e pubblichiamo
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G. Battista Martinelli
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- Siamo convinti da sempre, che l’aeroporto di Viterbo sia un punto centrale per il decollo dell’economia della Tuscia.
Cgil Cisl Uil negli anni ’90 lo inserirono nella piattaforma di sviluppo del territorio tra i punti di maggiore interesse, nella consapevolezza però, che prioritariamente necessitava, e ancora necessita, dotarsi delle insostituibile infrastrutture terrestri, in primis, il raddoppio della ferrovia Viterbo-Roma.
Ora, come tutti gli amministratori dovrebbero sapere, quando trascorre troppo tempo, tra il dire e il fare, molti progetti perdono valore, perché l’economia e gli interessi strategici viaggiano a prescindere dalle valutazioni politiche ed amministrative.
Ecco perché ci siamo permessi di suggerire una strada che potrebbe portare alla realizzazione dell’aeroporto facendolo diventare punto di interesse per i cargo, tenendo conto delle potenzialità del Porto di Civitavecchia e dell’interporto di Orte.
Non serve fare polemica e propaganda politica, ma ragionare seriamente, soprattutto con la Regione Lazio.
Il Consigli dei Ministri la settimana scorsa ha approvato le linee di indirizzo per la riforma del trasporto aereo nazionale. Al primo punto è citato il piano degli aeroporti, in pratica, è previsto che pur nel rispetto delle reciproche competenze costituzionali tra lo Stato e gli Enti Locali Territoriali, si dovrà istituire un piano mirato a garantire un ordinato e coordinato sviluppo del sistema aeroportuale nazionale, dove s'individueranno tra l’altro, le classificazioni dagli aeroporti, con l’attribuzione a ciascuno di essi dalla valenza nazionale, regionale o locale e delle connesse specializzazioni funzionali,ecc.ecc.
Il Ministro dei trasporti Bianchi ha dichiarato che in Italia ci sono già costruiti 100 aeroporti e funzionanti sono 70, c’è la necessità di razionalizzare il tutto e rendere il sistema adeguato ai livelli europei, in qualità e sicurezza.
Negli ambienti bene informati, si dice, che uno dei parametri per la definizione del piano aeroporti potrebbe essere il numero di un milione di passeggeri l’anno, per mantenere il requisito di aeroporto nazionale.
Per fare un esempio pratico, se quest'ipotesi venisse attuata potremmo avere importanti aeroporti a rischio: Alghero n. 925.842 passeggeri, Ancona 407.367, Brindisi 698.696, Brescia 208.519, Crotone 90.361, Genova 911.964, Perugina 35.137, Rimini 296.133, Siena 1669, ed altri ancora.
Con questo scenario, come è pensabile continuare a sostenere che a Viterbo si deve puntare esclusivamente all’aeroporto civile?
Non è forse più saggio mettere i “piedi in terra” e battersi tutti insieme perché l’aeroporto diventi punto di interesse commerciale, e che si arrivi rapidamente al completamento dalla trasversale Nord, Orte-Civitavecchia ?
Cgil Nazionale Dipartimento Reti Cgil Viterbo
Antonio Filippi G.Battista Martinelli