Viterbo - Università della Tuscia - Mostra aperta fino al 22 dicembre
La campagna che non ti aspetti
17 dicembre 2006 - ore 13,24
- Un pubblico attento e fortemente motivato ha partecipato giovedì 14 all’inaugurazione della mostra fotografica: la campagna che non ti aspetti - Volti, momenti e prodotti dell’agricoltura sociale, che rimarrà aperta al pubblico nei giorni feriali (sabato escluso) fino al 22 dicembre
La mostra, realizzata dal Dipartimento di Economia Agroforestale e dell’ambiente rurale dell’Università della Tuscia, con il contributo della Fondazione Carivit, riguarda la cosiddetta Agricoltura Sociale. Con questa espressione ci si riferisce ad un vasto arcipelago di realtà agricole che, al di fuori di qualunque ribalta, lavorano quotidianamente la terra per fornire preziose risposte di salute, di inclusione e di benessere a fasce deboli della popolazione.
L’ agricoltura sociale rappresenta una delle dimensioni di un’agricoltura che va assumendo sempre più caratteri multifunzionali e che sottolineano la versatilità di un settore capace di adattarsi al cambiamento della società generando, oltre che prodotti alimentari, anche servizi alla persona e alle comunità locali. Un’agricoltura che torna dunque ad essere il vero settore ‘primario’ di un tessuto sociale autentico e vivo.
L’ agricoltura sociale è un’agricoltura etica e socialmente responsabile. Ma prima ancora è un agricoltura profondamente “utile” per affrontare, gestire e, come riesce sovente, risolvere situazioni sociali sempre più complesse e difficili.
Nella sola provincia di Viterbo si contano una dozzina di progetti ed iniziative dove le attività agricole svolgono un ruolo fondamentale in percorsi terapeutici, riabilitativi e di integrazione lavorativa di soggetti svantaggiati.
Le immagini esposte, alternate da brevi testi esplicativi dell’agricoltura sociale, sono state scattate presso la Fattoria di Alice di Viterbo e presso Agricoltura Capodarco di Grottaferrata, due realtà dell’economia sociale che testimoniano come il contesto agricolo possa rappresentare uno straordinario veicolo di inclusione sociale e di benessere per fasce deboli della popolazione.
Un compito non facile quello svolto dal fotografo Massimo Vollaro, che è però riuscito con estrema semplicità a comunicare la soddisfazione e l’orgoglio dei protagonisti dell’agricoltura sociale e, più in generale, lo spessore umano di queste esperienze che contribuiscono a rigenerare valori tradizionali degli spazi rurali quali la reciprocità, l’inclusione e l’accoglienza.