Riceviamo e pubblichiamo
- Mi guardo bene anche io dal cimentarmi con taluni rappresentanti del fantomatico comitato dell’aeroporto di Viterbo che si guardano bene dal firmare una delirante replica infarcita di inesattezze che rappresentano esatta conferma di come nel nostro Paese le “urla” fanno parte della superficialità e del pressappochismo di chi ritiene che aprire un aeroporto al traffico civile commerciale nazionale ed internazionale, per snellire il traffico di Fiumicino e Ciampino, sia equivalente ad aprire una pizzeria od un agriturismo.
Quanto poi a buttarla in politica. E’ un penoso tentativo di mistificazione per cercar di far dimenticare che con Alleanza Nazionale avevamo combattuto quando lo si faceva ancora con una certa apparente lealtà per un processo graduale di sviluppo della città che si sarebbe candidata come polo aeronautico di riferimento per tutta la Regione, varando tutta una serie di attività formative e culturali e candidando lo scalo quale centro per la protezione civile per aeromobili ad ala fissa e ruotante, ottenendo per questa via veri finanziamenti e non quelli millantati, per poi pervenire ad un primo essenziale risultato: aeroporto ed infrastrutture e forse anche finalmente potenziamento della rete di comunicazione.
Successivamente si sarebbe potuta percorrere con più facilità e razionalità la strada per un'utilizzazione dell’aeroporto per traffico civile commerciale nazionale ed internazionale.
Questo era il progetto condiviso peraltro all’epoca da tutta la Cdl di cui sono stato estensore, da me illustrato all’associazione degli industriali ed al convegno nazionale dei “disaster managers” di Capodimonte e che non solo è reperibile presso le segreterie politiche, ma anche a corredo delle iniziative parlamentari tendenti ad ottenere finanziamenti per questa sfortunata Provincia, sfortunata perché in troppi si ha paura delle verità…
Non ci saranno da parte mia altre repliche anche perché il tempo è galantuomo, in particolare quando ci si cimenta con delle oggettive impossibilità. I romani affermavano che “nemo ad impossibilia tenetur” (vedi Giustiniano).
Anonimi amici comunque buona fortuna e buon Natale.
Ma per favore non vi pavoneggiate per essere anche stati qualificati esperti di sicurezza del volo in merito alla più grave sciagura aerea della storia dell’aviazione civile Italiana: quella di Linate.
Mi pare un po’ troppo…
Bruno Barra