- Il riconoscimento arriva dall’Adisco. Sabato la cerimonia
Tra i tanti esempi, non solo di buona sanità, ma di eccellenza nell’erogazione dei servizi presenti nella Asl viterbese, spicca la struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Tarquinia.
L’unità operativa collabora da ormai quattro anni con l’università La Sapienza di Roma per la raccolta del sangue del cordone ombelicale (S.C.O.), da cui si ricavano le cellule staminali.
Un progetto che in poco tempo ha prodotto dei risultati talmente positivi da aver fatto balzare il centro raccolta di Tarquinia ai vertici del Lazio. Un impegno riconosciuto anche dall’Adisco (Associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale) che ha ritenuto di consegnare il premio regionale per il 2006 proprio al nosocomio del litorale.
La cerimonia avverrà, presso la struttura complessa di ostetricia e ginecologia alle 15,30 di sabato 16 dicembre, alla presenza del direttore della stessa, Antonio Perugini, dell’ostetrica coordinatrice, Lucia Felli, del direttore sanitario del presidio ospedaliero tarquiniese, Franco Bifulco, di alcuni docenti universitari e del presidente Adisco Lazio, Maria Cristina Tirintelli.
“Grazie al lavoro svolto con sensibilità e abnegazione da tutti gli operatori della struttura dice il direttore Antonio Perugini i risultati raggiunti sono stati qualitativamente e quantitativamente rilevanti in campo nazionale e internazionale”. I numeri parlano da soli. Negli ultimi due anni nella struttura complessa di Tarquinia sono stati effettuati 887 parti (501 nel 2005 e 386 fino a ottobre 2006).
A seguito dei colloqui anamnestici e degli incontri con le potenziali donatrici, sono stati eseguiti 62 prelievi nel 2005 e 52 fino a ottobre di quest’anno. Le sacche inviate alla Banca Sco, infine, sono state 53 lo scorso anno e 43 nell’anno in corso. Una percentuale altissima che testimonia l’alto grado di professionalità espresso dal servizio tarquiniese. Il sangue contenuto nel cordone ombelicale, che di solito viene gettato via, è ricco di cellule staminali, identiche a quelle presenti nel midollo osseo.
Le mamme che decidono di donare il sangue del cordone ombelicale offrono a tanti malati una speranza in più per guarire, se si pensa che circa il 40 50 % dei pazienti affetti da leucemia e linfomi necessitano di un trapianto di midollo osseo e spesso non si dispone di un donatore. Il centro di raccolta SCO di Tarquinia è operativo dal gennaio 2004. Il prelievo viene effettuato dal lunedì al venerdì sia per i parti spontanei che per i tagli cesarei.
“Per reclutare le donatrici prosegue Perugini - è stata creata una rete informativa per la sensibilizzazione attraverso medici, ostetriche e infermiere, con la distribuzione di un opuscolo a tutte le gravide che giungono alla nostra osservazione”. L’ambulatorio dedicato alla donazione SCO,effettuato dalle ostetriche del reparto, è aperto ogni venerdì dalle 14.30 alle 17.30.
L’accesso è gratuito, per appuntamento tra la 37/38 settimana di gestazione. Il prelievo è una procedura semplice e rapida che avviene subito dopo il parto, appena reciso il cordone ombelicale. Prima che venga espulsa la placenta, il sangue viene aspirato in una sacca sterile e inviato alla Banca del sangue del cordone, attraverso il Sit di Civitavecchia, per le analisi e la crioconservazione in speciali contenitori.
Il sangue del cordone ombelicale può essere usato per un trapianto solo se privo di agenti infettivi, è necessario quindi effettuare dei controlli sul sangue donato e su quello della donna donatrice. Si tratta solo di due prelievi di sangue, uno al momento del parto e uno sei mesi dopo.
Da un indagine interna rivolta alle donne che hanno preso parte alla donazione, è risultata che le stesse hanno, non soltanto capito fino in fondo il significato della donazione, ma anche gradito lo spirito con cui questa iniziativa viene presentata dal personale del reparto.