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Claudio Margottini con Gabbianelli e il tenente colonnello Marcello Rossini
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- E’ viterbese il miglior geologo del mondo.
A ricevere l’ambito premio è stato Claudio Margottini, ricercatore dell’Enea e docente presso l’università di Modena e Reggio Emilia, che lo scorso 23 novembre ha ricevuto a Parigi la massima onorificenza nel campo scientifico da lui trattato.
E così ieri il sindaco Gabbianelli lo ha incontrato nel suo studio di Palazzo dei Priori, un occasione che è servita a dimostrare al professore tutta la stima e l’ammirazione che il sindaco, e la città tutta, nutrono nei suoi confronti. “A Margottini, esploratore di sentimenti e di valori alti e nobili rivestiti di una passione e di una tecnica universalmente riconosciuta - si legge nella dedica scritta da Gabbianelli, sul libro donato al professore - perché le radici viterbesi possano essere positivamente trasfuse nella realtà di un mondo migliore. Con ammirazione e stima”.
Durante l’incontro - al quale era presente anche il tenente colonnello Marcello Rossini della Sse, in qualità di presidente della Cgmf, l’associazione che recentemente ha svolto una spedizione a capo nord alla quale ha partecipato anche Margottini - sono stati spiegati i motivi e i lavori che hanno permesso al nostro concittadino di ricevere il premio.
Margottini, infatti, è stato insignito del premio che ogni anno viene conferito alla persona che più si è distinta a livello mondiale, nella difesa del territorio e protezione dai fenomeni franosi.
Motivazione: la migliore ricerca scientifica internazionale pubblicata nel 2004. In quell’anno, infatti, Margottini ha svolto importanti studi condotti nel recupero e consolidamento dei resti delle nicchie e statue giganti dei Budda di Bamiyan, in Afghanistan, distrutte dai talebani nel 2001.
E’ ancora vivo nella mente di tutti il ricordo delle due grandi statue, alte 55 e 36 metri, costruite tra il quinto e il sesto secolo dopo Cristo. Dopo un anno dalla loro distruzione, nel 2002, l’Unesco ha incaricato Margottini di coordinare gli interventi di recupero dei resti e la messa in sicurezza delle nicchie e delle pareti a rischio di crollo.
I lavori sono stati svolti con tecniche d’avanguardia, anche grazie a degli alpinisti che hanno lavorato in parete ancorati alle parti più alte e stabili della montagna. Le immagini di questi spettacolari interventi hanno fatto il giro del mondo e sono state pubblicate sui più prestigiosi giornali internazionali, a partire dal National Geographic, e nei più importanti siti web, tra cui quello dell’Unesco.
L’onorificenza è stata consegnata al nostro concittadino lo scorso 23 novembre a Parigi, presso la sede dell’Unesco, da Kioji Sassa, presidente del consorzio mondiale sulle frane e docente di geotecnica presso l’università di Kyoto.