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- Il settore alimentare soffocato dai supercati. L’Ascom-Confcommercio di Viterbo, in collaborazione con la facoltà di Scienze politiche dell’Università della Tuscia, ha condotto un’indagine telefonica per misurare l’andamento delle vendite delle attività commerciali di Viterbo e provincia, nel corso del 2006 e per valutare le “aspettative” degli operatori per il periodo natalizio.
Per la conduzione dell’indagine è stato selezionato un campione, con rappresentatività sia territoriale (dell’intera provincia) che categoriale (sono stati, cioè, selezionati operatori di vari settori merceologici), con l’intento di “fotografare” con più accurata fedeltà l’andamento economico commerciale nel nostro territorio.
Interrogati sull’andamento dei fatturati riscontrati in questi primi 11 mesi di del 2006, con quelli registrati nello stesso periodo dello scorso anno, un operatore su 4 (26,7%) dichiara di aver riscontrato incrementi: il 44% di costoro individuano in un sostanziale ripensamento dell’organizzazione aziendale (ovvero: innovazione di prodotto, ristrutturazione e riposizionamento dei punti vendita, innovazione tecnologica, ecc.) la causa principale di tali incrementi, mentre il 33% indica in una azzeccata campagna pubblicitaria la chiave del successo.
Proseguendo, emerge che il 44,5% del campione riscontra una tendenziale stabilità dei volumi d’affari nel 2006 rispetto al 2005; diversamente, il 28,9% dichiara di aver subito flessioni di fatturato rispetto allo scorso anno. Di questi ultimi, circa il 50% indica nella situazione economico-sociale nazionale ed internazionale la causa principale del calo delle vendite.
Scorporando, poi, i dati emerge dall’indagine che più degli altri è il settore alimentare a soffrire della stasi dei consumi: il 33% degli intervistati, infatti, dichiara cali delle vendite dal 2005 al 2006, ma scorporando ulteriormente il dato si scopre che nel capoluogo (in cui si concentra la maggiore offerta dei centri commerciali, che detengono un quasi “monopolio” nel settore alimentare), tale percentuale drammaticamente sfiora il 50%.
Infine, nonostante che il 47% degli intervistati non abbia fiducia nel fatto che sia in atto una ripresa economica del Paese, vengono pervasi da un sostanziale clima di ottimismo quando vengono interrogati sulle aspettative per il Natale 2006: 3 imprenditori su 4, (il 73%) credono infatti in “un Natale ricco di sorprese”, sostenendo di avere aspettative “positive” o “molto positive” da questo ultimo scorcio di 2006.