Speciale Santa Rosa - I segreti di un antico rituale Accollata, cavalletti e spallette... di Mauro Galeotti
Viterbo 20 agosto 2005 ore 11,20 La Macchina di santa Rosa è una torre realizzata, fino a qualche decennio fa, con carta pesta montata su un telaio di legno. Oggi quel sistema è stato abbandonato e sostituito con materiali vari, come resina, plastica e fibra di vetro, sostenuti da una intelaiatura di tubi in acciaio.
E trasportata la sera del 3 Settembre di ogni anno, con inizio alle ore 21, da Porta Romana al sagrato della Chiesa di santa Rosa.
Un tempo effettuava le fermate in Piazza del Plebiscito e in Piazza santa Rosa dipinta, lattuale Piazza Verdi; da qualche anno le soste sono aumentate per consentire alla popolazione, che assiste al trasporto, di ammirare con più lasso di tempo la Macchina.
Infatti, le fermate sono in Piazza Fontana Grande, in Piazza del Plebiscito, in Piazza delle Erbe, avanti alla Chiesa di santa Maria del Suffragio al Corso Italia.
Dopo un rallentamento, allaltezza dellimbocco di Via Mazzini, per laggiunta delle spallette laterali, segue la fermata in Piazza Verdi per poi, di corsa, raggiungere larrivo al Largo Facchini di santa Rosa.
Quando la Macchina giunge in Piazza del Plebiscito effettua un giro attorno a se stessa, è la girata, per consentire la visione di ogni suo lato agli amministratori comunali e agli ospiti che si trovano nei Palazzi dei priori, del podestà e della prefettura.
Oggi la girata viene dedicata dai facchini ogni anno ad una persona che abbia particolari meriti o ad un avvenimento importante.
E illuminata da centinaia di luci sia elettriche che a fiammella viva e ogni cinque anni, ad eccezione di eventuali deroghe, viene modificata completamente.
Può raggiungere laltezza di trenta metri ed un peso di cinquanta quintali circa. E trasportata a spalla da cento, centoventi, uomini che sono detti Facchini di santa Rosa.
Questi indossano un caratteristico vestito di color bianco formato da: fazzoletto legato alla corsara, camicia a maniche lunghe arrotolate sino al gomito, calzettoni, pantaloni alla zuava, fascia stretta alla vita di color rosso e scarponi alti di cuoio nero, con stringhe.
Prima dellultimo conflitto mondiale lattuale fascia rossa era a righe di vario colore, come si può vedere dalle foto depoca che ho pubblicato in altri volumi.
Si è ammessi al ruolo di facchino solo se si supera una prova di forza. Questa consiste nel sostenere sulle spalle una cassetta del peso di centosessanta chili e di portarla, senza interruzioni, per almeno settanta metri.
La formazione del gruppo che compone i facchini si divide in vari specifici incarichi.
Eccoli.
Capofacchino
Il capofacchino, è eletto da tutti i facchini che scelgono il loro rappresentante tra coloro che abbiano effettuato almeno venti trasporti. Indossa camicia color bianco, fascia alla vita rossa, pantaloni neri e fascia a tracolla colorata di giallo e di blu.
Il capofacchino ha il compito di dare i comandi ai facchini per la buona riuscita del trasporto. I comandi sono dati al momento dellinizio del trasporto, «Prima fila ciuffi, sotto!», «Seconda fila ciuffi, sotto!», così fino allultima, la settima.
Ogni facchino ha il suo posto numerato.
Appena raggiunta la postazione il comando successivo è «Sotto col ciuffo e fermi!», ossia i facchini si mettono in posizione sotto alle travi e si preparano a sollevare la Macchina.
Segue il «Sollevate e fermi!», con questo comando si dà inizio alla mossa, tutti i ciuffi sollevano contemporaneamente la Macchina e la tengono sulle spalle in attesa del comando «Facchini di santa Rosa, avanti!» e inizia il trasporto.
Guide anteriori e posteriori
Le guide anteriori e posteriori sono quattro una per ogni angolo della base, hanno il compito determinante, assieme al capofacchino, di guidare i facchini, ciuffi e spallette, dei quali i più, per la maggior parte del percorso, camminano senza alcuna visuale.
Le guide evitano che la Macchina tocchi i cornicioni dei tetti, o le pareti delle case, inoltre danno lok ad ogni fermata dopo aver controllato che i cavalletti, su cui poggia la Macchina, siano in perfetta posizione. Le guide fanno forza per guidare la Macchina su speciali anelli montati alle estremità delle travi esterne e si riconoscono perché sono vestiti come il Capofacchino.
Ciuffo
Altra carica dei facchini è il ciuffo, quella più ambita, infatti è colui che non lascia mai la Macchina per tutto il trasporto. I ciuffi sono sessantatre uomini divisi in sette file.
Il nome deriva dal cuscino con cappuccio e legacci che vengono incrociati in bocca, trattenuti dai denti.
Il ciuffo è in cuoio imbottito che il facchino indossa sulle spalle, dove poggia la trave della base della Macchina, al momento del trasporto.
Ogni facchino ha riportato sul ciuffo stesso il numero della sua postazione.
Spalletta fissa
Il facchino spalletta fissa, sedici uomini in tutto, trova posto nelle file esterne di destra o di sinistra della base della Macchina ed ha con sé un cuscinetto in cuoio con un legaccio, che tiene sulla spalla ove poggia la trave. Effettua tutto il trasporto.
In alcuni punti molto stretti del percorso, come alluscita di Via Roma in Piazza delle Erbe, è costretto a infilare la testa verso linterno della Macchina per non restare schiacciato tra le pareti delle case e la trave della Macchina stessa.
Spalletta aggiuntiva
La spalletta aggiuntiva occupa il posto accanto alle spallette fisse e la trave, che poggia sulla spalla, è estraibile dalla base della Macchina. Entra in azione nei tratti di strada ampi. Gli uomini impegnati in questo ruolo sono diciotto.
Stanghette anteriori e posteriori
Le stanghette anteriori e posteriori sono i dodici facchini che effettuano tutto il percorso e portano la Macchina sulla spalla poggiandovi le travi che fuoriescono dalla base sia anteriormente che posteriormente.
Leve
Le leve, venti facchini in tutto, entrano in azione solo nellultimo tratto in salita che va da Piazza Verdi al sagrato di santa Rosa.
Si tratta di vere e proprie leve che grazie a speciali gabbie vengono infilate, appunto, a leva nella parte terminale delle travi posteriori.
Questo consente la rottura della tratta nel movimento, in salita e di corsa, della Macchina che pende, ovviamente, allindietro.
Corde
Le corde sono in azione solo nel tratto finale in salita. Sono venti facchini che tirano la Macchina con delle grosse funi attaccate ad anelli posti sulle travi esterne, nella parte anteriore della base della Macchina stessa.
Cavalletti
Gli addetti ai cavalletti sono otto uomini che portano a spalla, due per ogni cavalletto, delle strutture di legno verniciate di bianco, pesanti oltre cento chili, su cui viene appoggiata la Macchina ad ogni fermata e nella sosta finale.
Riserve
Le riserve sono sette facchini che sostituiscono linfortunato e normalmente sono di nuova nomina. Durante il trasporto portano i pali delle leve.
Addetti al trasporto
A completamento della formazione dei facchini sono ventisei addetti al trasporto, si tratta di persone che svolgono vari lavori.
Infine sono due medici e cinque infermieri.
Accollata
Spesso si sente il termine accollata, con ciò si intende il momento in cui un gruppo di facchini, vicini tra loro, sono caricati di maggior peso di quello che è la loro dose normale. Ad esempio se i facchini che sostengono la Macchina nella parte anteriore, al momento del sollevate e fermi, alzano il peso leggermente prima del comando, il peso della Macchina logicamente va a gravare sui facchini che stanno nella parte posteriore. Questi dovranno a loro volta affrontare laccollata, con un non indifferente sforzo per riportare la Macchina nella posizione verticale.
Giovanni Panzadoro così descrive nel 1832 questa evenienza:
«niuno avrebbe laudacia di gravarsi le spalle per un lungo tratto di via di 350 libre di peso per ciascuno, il quale ogni tanto del doppio, e più gli si aumenta nella dondolazione frequente, il di cui squilibrio se la mezza canna oltrepassa, irreparabile rende la rovina di essa mole, come qualche volta è accaduto».
Sodalizio dei Facchini di santa Rosa
DallAprile 1978 i facchini sono uniti in un sodalizio denominato appunto Sodalizio dei Facchini di santa Rosa, regolato da uno statuto e avente per fine lunità dei facchini stessi e la fraternità dintenti al fine di realizzare nel migliore dei modi il trasporto della Macchina di santa Rosa.
Rituale
Nel giorno del trasporto i facchini svolgono un rituale dettato da antiche tradizioni, infatti fanno tutti insieme ed in formazione la vistita ad alcune chiese della città che un tempo erano solo tre, santa Rosa, la santissima Trinità e santa Giacinta. Oggi il giro delle chiese inizia dalla ex Chiesa di san Giovanni Battista degli Almadiani, dove i facchini assistono ai discorsi delle autorità e del capofacchino. Poi vanno in Piazza del Plebiscito nella Chiesa di santAngelo, da qui raggiungono la Chiesa di santa Giacinta, onorano il corpo della Santa e ricevono una speciale foglia con una spina, che li proteggerà durante il trasporto.
Arrivano a santa Maria Nuova, successivamente depongono una corona al Sacrario, ai Caduti di tutte le guerre; si recano al Monumento al Facchino, in Piazza della Repubblica, ciò avviene dal 2000, quindi alla Chiesa della ss. Trinità e alla Basilica di san Francesco, inserita nel giro dal 1995.
A santa Rosa rendono omaggio al corpo della santa. Da qui raggiungono il bosco del Convento dei Cappuccini, dove si intrattengono con i familiari e tutti insieme fanno uno spuntino, in serata vanno a santa Maria in Poggio, alla Crocetta, ed infine a san Sisto dove li attende la Macchina.
I più vogliono che il trasporto della Macchina di santa Rosa prenda origine dalla traslazione del corpo di santa Rosa da santa Maria in Poggio al Monastero di san Damiano, avvenuto il 4 Settembre 1258 ad opera di papa Alessandro IV accompagnato da quattro cardinali.
Si narra che il pontefice recatosi nel luogo della sepoltura della verginella viterbese, non riuscisse a individuare il punto preciso dove era quel corpo riposto nella terra, allora dun tratto dal pavimento spuntò una rosa. Era lì il luogo dove iniziare lo scavo per disseppellire Rosa.