Viterbo 4 agosto 2005 - ore 0,10 -Senza Filtri -Nellenciclica Pacem in Terris, Giovanni XXIII, scriveva:
ci è doloroso costatare come nelle comunità politiche economicamente più sviluppate si siano creati e si continuino a creare armamenti giganteschi
. Lenciclica è del 1963.
A oltre 40 anni dalla storica enciclica papale la frase è ancora di tremenda attualità.
Listituto internazionale di Stoccolma per la ricerca sulla pace (Sipri) con il suo ultimo rapporto ci informa che nel 2004 le spese militari sono cresciute rispetto allanno precedente dell8%. Interessante è anche il dato relativo al giro daffari dei cento principali produttori di armi che equivale al Prodotto interno Lordo dei 61 paesi più poveri del mondo.
Con questi dati nei prossimi giorni il mondo intero celebrerà il sessantesimo anniversario dellolocausto atomico di Nagasaky e Hiroshima.
A Hiroshima 30.000 persone morirono sul colpo, altre 40.000 perirono nei due giorni successivi, una colonna di fumo si alzò lentamente a forma di fungo fino a 17 mila metri dal suolo. Dopo tre giorni il 9 agosto la stessa sorte toccherà a Nagasaky.
Dalla stampa nazionale apprendiamo, proprio in questi giorni, che alcuni Stati (Iran) muovono di nuovo con determinazione verso la costruzione di un arsenale nucleare, altri Stati (gli Stati Uniti), non hanno mai smesso di minacciare luso dellatomica. Per questo motivo vedo un pesante velo di ipocrisia nelle celebrazioni che verranno organizzate a livello planetario.
La corsa agli armamenti e al riarmo nucleare è figlia della spirale guerra/terrorismo. Dopo l11 settembre e dopo le guerre in Afghanistan e in Iraq, il mondo è più sicuro?
Credo che tutte le celebrazioni debbano iniziare con questa domanda. La risposta è semplice, no!. A dimostrarlo non cè soltanto la situazione irachena (migliaia di morti civili iracheni, oltre 1700 soldati americani caduti) ma anche gli attentati di Madrid, Londra, Sharm El Sheik, gli ultimi in termini temporali.
Possibile che a nessuno venga in mente che per porre fine alla guerra globale permanente lunica strada percorribile sia una seria politica di disarmo globale?
Nessuno dei signori della guerra pensa a questo, al contrario, vogliono imporre lidea che limmigrazione equivale al terrorismo. Vogliono farci credere che i disperati che sbarcano sulle nostre coste con le carrette del mare siano elementi di arruolamento per cellule terroristiche.
Non è questo il modo di ricordare Nagasaky e Hiroshima, non è questa la strada che porta alla messa al bando dalla storia del nucleare e delle guerre.
Proviamo a costruire insieme una politica di pace, iniziamo da un atto concreto, ladesione, per esempio, del Comune di Vetralla, alla marcia Perugia-Assisi, che questanno si svolgerà l11 settembre.
Walter Mancini
Consigliere Comunale
PRC Vetralla