Viterbo- L'assessore regionale Nieri dopo aver visitato il carcere: "La situazione è critica"
A Mammagialla più del doppio dei detenuti previsti
Viterbo 31 agosto 2005 - ore 0,10
Senza Filtro -Ieri mattina lassessore al Bilancio, programmazione economico-finanziaria e partecipazione della Regione Lazio Luigi Nieri, lassessore alla formazione professionale, pace e partecipazione della Provincia di Viterbo Giuseppe Picchiarelli e il Presidente dellAssociazione Antigone Patrizio Gonnella si sono recati in visita presso la casa circondariale Mammagialla di Viterbo.
Il resoconto della visita fa emergere un quadro estremamente critico. Il complesso, che può contare su 285 posti letto, ospita oggi 680 detenuti, raddoppiando abbondantemente la propria capacità contenitiva. La struttura, oltretutto, consta di edifici molto grandi ma mal utilizzati. Tutte le celle, costruite per una persona, sono predisposte per due con un letto a castello, così che lo spazio per vivere e per muoversi è ridotto al minimo.
Il sovraffollamento, anche in questo caso, comporta enormi difficoltà nella gestione della normale vita penitenziaria. Sono state riscontrate difficoltà nellassistenza sanitaria; paradossale è il caso di un uomo di 70 anni affetto da una grave malattia cardiaca che, dal 1971, è ininterrottamente in carcere.
La composizione della popolazione carceraria rispetta il trend nazionale. Il 50% dei detenuti è rappresentato da tossicodipendenti e immigrati. Nella sezione 41 bis, inoltre, 50 detenuti sono sottoposti ad un regime penitenziario molto duro.
Ormai dovunque giriamo vediamo situazioni simili dichiara lassessore Nieri -. Immigrati che riempiono le galere, sovraffollamento ingestibile, condizioni di vita interna più rigide rispetto al passato. Tutto questo ci indica che bisogna rompere lidea che lamministrazione penitenziaria possa gestire tutto nella totale autonomia. In questo senso è necessaria unaccelerazione affinché il Consiglio regionale calendarizzi al più presto la proposta di legge depositata dal gruppo consigliare di Rifondazione Comunista, che prevede il passaggio della medicina penitenziaria alle Asl e lestensione di educatori a tempo determinato.
In questo carcere - prosegue Nieri - ci sono solamente 5 educatori per 680 detenuti. Troppo pochi, considerando che il loro intervento rappresenta lunica attività di sostegno. Continuerò, quindi, nel lavoro di osservazione delle condizioni di vita dei detenuti e nella difesa dei loro diritti, anche attraverso un loro diretto coinvolgimento. Lo scopo di questo giro di visite che stiamo facendo nelle principali carceri del Lazio, infatti, è soprattutto quello di raccogliere di persona i loro principali bisogni e motivi di insoddisfazione.