Viterbo 2 agosto 2005 - ore 15,30 - Senza Filtro - Riceviamo e pubblichiamo integralmente questa nota di Iannarilli non tanto per i contenuti politici, che non sembrano esserci, ma come segno di un modo di dibattere in politica che non s'era mai visto. Quasi un reperto utile per gli antropologi.
Continua il botta e risposta tra il Commissario di Forza Italia a Viterbo Antonello Iannarilli e l'Onorevole di recente passato tra le fila dell'Udc.
"E' un atteggiamento tipico di chi non ha nulla a supporto delle proprie scarne argomentazioni, e quindi anche dell'Onorevole, cercare di spostare l'attenzione sul piano meramente formale" afferma Iannarilli, che continua: "Per coloro che come me restano fedeli invece assertori di quell'adagio coniato già da qualche tempo ma così palesemente attuale, 'Res, non verba', il lungo e fumoso discorso dell'Onorevole, privo in ogni suo punto della res, non merita neanche di essere commentato.
Non mi sono mai curato, infatti, né intendo cominciare ora in onore del nostro transfugo politico, del pensiero di chi cerca di celare la sostanza sotto una veste formale. Ho sempre preferito dar spazio alla sostanza, all'azione, ai fatti concreti, ritenendolo mio preciso dovere. Così come mio dovere verso i cittadini è dire sempre la verità ' e, se a qualcuno in tutta evidenza questa fa male, io non posso farci proprio niente".
Iannarilli continua: "Quando poi l'Onorevole, con lo stesso tono ringhioso ed illazioni faziose, arriva addirittura ad erigersi a giudice supremo nel decretare chi sta dentro e chi no al (futuro) partito dei moderati, mi viene da sorridere, se non altro perché mentre lui in attesa di eventuali sviluppi, ancora fatica a trovare una collocazione permanente, io un partito in cui riconoscermi pienamente, nel quale milito con coerenza da dodici anni, ce l'ho. Ed è un partito che lo stesso Onorevole conosce bene, che gli ha dato la possibilità di uscire dall'angolino nel quale era confinato e di raggiungere risultati in cui non credo potesse sperare.
Certo, se l'Onorevole con 'Partito dei moderati' intende quello dei mestieranti della politica, di coloro che hanno bruciato le bandiere del rispetto e della lealtà al voto popolare, beh allora ha ragione lui: sin da ora mi ritengo fuori da questo partito. E sono fuori non per suo dictat, ma perché la mia cultura politica mi impone di essere quotidianamente al servizio dei cittadini, di lavorare ogni giorno con la gente e per la gente, e non di basare le mie scelte politiche sulla conservazione delle poltrone ottenute o la ricerca spasmodica di altre.
Quando ho consapevolmente aderito a Forza Italia, infatti, l'ho fatto condividendo pienamente i suoi valori e gli ideali che avrebbero, ed effettivamente hanno, seguito poi il nostro indirizzo politico ed amministrativo ai vari livelli: la libertà , intesa in senso ampio come elemento imprescindibile per la crescita del Paese a livello non solo economico ma anche sociale, la competitività delle nostre risorse, anche umane, all'estero, la difesa dei valori tradizionali, la crescita del benessere per tutti i cittadini, mi hanno spinto a credere in un Paese migliore e a lottare, insieme al mio Partito, perché ciò potesse realizzarsi.
A questi valori e a questi obiettivi rimango fermamente legato, ritenendoli ben più importanti di un semplice e molto meno nobile spasmodico attaccamento alle poltrone".
Relativamente alla doppia indennità , Iannarilli afferma: "Torno a ribadire che politicamente ormai le sue parole valgono come le promesse di un marinaio: sono inaffidabili, oltre che poco credibili. Comunque sarà mio dovere chiarire definitivamente la faccenda davanti a tutti i cittadini che gli hanno dato fiducia".
Quindi Iannarilli conclude: "Se, al pari dell'Onorevole, fossi anch'io politicamente in crisi di astinenza dai sontuosi banchetti, avrei cercato con altrettanto affanno altri tavoli ai quali potermi ampiamente ingozzare. Io però preferisco il mio desco, qualunque pietanza esso offra. Ecco perché mi arrabbio, e anche molto, contro chi su questa mia stessa tavola ci ha mangiato ingordamente, fino a farsi venire l'indigestione, per 6 anni, invitandovi a desinare anche il fratello, e cercando di distruggere poi il tutto, con un piano davvero diabolico, quando ha intravisto un tavolo che poteva apparire migliore. Probabilmente per il terrore tipico di chi, dopo aver passato tanti anni politicamente a pane e acqua, ora trema all'idea di perdere tanta abbondanza, e agisce di conseguenza nel peggiore dei modi, alle spalle di chi invece ha sempre fatto e intende continuare a fare politica alla luce del sole"