Montefiascone 29 agosto 2005 - ore 15,30
- Completare in tempi brevi gli ultimi trenta chilometri della Trasversale. Allincontro, organizzato dalla Margherita sul lungolago di Montefiascone per il meeting provinciale, non è mancato un in impegno concreto da parte del presidente della Regione Marrazzo.
Un incontro, quello di ieri, che puntava soprattutto a lanciare le primarie che permetteranno allUnione di individuare il candidato premier con una grande consultazione popolare.
Giuseppe Fioroni (detto Peppe e non Beppe come si ostina a fare tutta la stampa nazionale), Vannino Chiti (Ds) presidente de comitato nazionale per le primarie, e Piero Marrazzo hanno iniziato a spiegare di cosa si tratta, sollecitati dalle domande del giornalista del Messaggero, Arnaldo Sassi.
Il 16 ottobre il popolo del centrosinistra verrà chiamato alle urne in tutta Italia. Un momento di grande significato politico che, come ha detto Fioroni, ha anche già un paio di mete da raggiungere far votare un milione di persone, e, per i partiti dellUlivo, far vincere con ampio margine Romano Prodi.
Insomma sotto il 70 per cento il candidato premier sarebbe a dir poco indebolito.
Il presidente Marrazzo, ha sostenuto che le primarie sono uno strumento per individuare un progetto per il futuro del paese. Perché non si può vincere solamente perché gli italiani non ne possono più di Berlusconi,
Le primarie - ha continuato Marrazzo- dovranno dare una indicazione politica al paese. Si dovrà dare una soluzione agli enormi problemi economici che ci lascia in eredità il centrodestra. Costruendo un nuovo modello di sviluppo.
Un Fioroni, lucido nellanalisi politica, quello di ieri, che ha tracciato la linea da seguire per il suo partito.
Non basta - ha sostenuto il leader della Margherita provinciale - essere contro Berlusconi. E non bisogna avere certezze di vittoria perché Berlusconi è un avversario che corre rapidissimo. E non abbiamo ancora nel sacco la pelle del lupo. Certo gli italiani sono stufi di Berlusconi. Ma noi dobbiamo dare netta la sensazione di essere capaci di poter dare un governo efficace al paese. Un governo che sia in grado di risolvere i problemi dei cittadini. Le primarie stabiliranno non solo il candidato, ma anche il programma di governo. Non si tratta di eleggere mister Italia, ma di individuare un progetto collegato al candidato. Su quanto stabilito nel programma non ci sarà più possibilità di libertà di coscienza. Si vota tutti come un solo blocco. Da Mastella a Bertinotti. Come se si trattasse di un solo partito. E la compattezza dellUnione che darà garanzia di buon governo. Non possiamo più fare come nel 98. LUnione non è un cartello elettorale ma una coalizione politica.
Vannino Chiti ha puntato più sul valore democratico delle primarie.
Per la prima volta il candidato non viene deciso dai partiti ma direttamente dai cittadini. Questo mentre il centrodestra - ha argomentato Chiti - ha fatto di tutto per immiserire la vita democratica del paese. Costruendo un regime autoritario centralistico. Noi rispondiamo con un di più di democrazia.
Anche Chiti ha messo in guardia contro i facili ottimismi. Se è vero che partiamo in pole position, è anche vero che quello che conta è la posizione di arrivo.
Più possibilista di Fioroni, Chiti sul programma.
Il giorno dopo le primarie, chi vince dovrà costruire un programma che tenga conto anche degli altri esponenti dellUnione. Prendendo il meglio di ogni programma.
Come dire che in realtà le primarie non decidono granché, se poi tutto riviene messo in discussione.
Chiti ha poi puntato il dito contro il centrodestra, che lascia una Italia in recessione economica, con il costo della vita più alto dEuropa e con i conti dello Stato non a posto.
Insomma una catastrofe condita da una riforma costituzionale non condivisa con lopposizione.
Significative alcune affermazioni di Fioroni al secondo giro di domande.
Dobbiamo uscire dal paradigma che per vincere sia necessario un candidato cattolico di centro. I Ds che sono il partito di maggioranza relativa dovranno poter esprimere il candidato premier. Daltra parte la vittoria di Mazzoli alla Provincia è la dimostrazione che un candidato diessino può vincere. Certo in questo caso cè voluto un pezzo di mondo moderato che si è staccato dal centrodestra. E per questo va ringraziato Ugo Gigli e la sua lista civica.
Ancora più interessante la posizione sulla questione del partito di centro sollevata da Monti, questa estate.
Mi indigna che mi si chieda se la Margherita è disposta ad uscire dal centrosinistra. Noi facemmo una scelta che portò a sfasciare un partito del tredici per cento per non essere alleati con i fascisti e con la Lega. E allora che domanda è? Il problema non sta nel centrosinistra, ma nel centrodestra. E lUdc che ha fatto una alleanza innaturale. Ed ora Casini vede i suoi militanti transumare nel centrosinistra. Il problema è loro.
Fioroni ha poi fatto capire che se lUdc volesse traslocare certo il centrosinistra non farebbe barricate. Insomma ben vengano. Il leader della Margherita viterbese ha poi sottolineato come lUnione si fondi sullasse portante Margherita -Ds.
Il dibattito sulle primarie, di ieri , si è svolto in una sala stracolma. Con presenze di grande significato politico come quella di Maccanico, e istituzionale come quelle del questore di Viterbo Surace, del presidente della Provincia Mazzoli, dellassessore provinciale Ugo Gigli, del direttore della Asl Aloisio.
Ovviamente presenti i vertici della Margherita al completo, con i vari assessori e amministratori. Tra i politici di altri partiti: il segretario dei Ds Egidi, Belli dello Sdi, Severo Bruno.