Viterbo 27 agosto 2005 - ore 0,25
Senza Filtro -In risposta al graditissimo intervento di Gaetano Alaimo, al quale per sua stessa iniziativa dedico il tu, vorrei affermare e precisare in poche righe, il mio pensiero.
Nella società d.c. (Dopo Cristo) alla morale "pagana" dedicata alla venerazione politeista si è sostituita la morale cristiana; quello che tu pensi e quello in cui credono miliardi di persone nel mondo, senza alcuna qualificazione qualitativa e senza alcun assunto di verità, è quello che è stato imposto, con un procedimento lungo migliaia di anni, dalla morale cristiana.
Il discrimen, secondo la mia modestissima opinione, è nel decidere se la morale cristiana sia l'unica lente attraverso la quale giudicare la vita; tralasciando le culture che ci hanno preceduto e quelle ancora esistenti sul globo terrestre.
Secondo me si pecca di egoismo e superficialità nel credere che l'istituto del matrimonio, così come concepito dalla Chiesa sia l'unica fonte di giustizia con la quale confrontarsi.
L'unicum, da te indicato, come legame inscindibile di amore e fedeltà, è una cosa che evidentemente travalica ogni distinzione prettamente sessuale;
ciò che si usa per giudicare come non degno di assunzione legislativa l'unione gay è il retaggio della morale cristiana che pervade e struttura la nostra società, soprattutto quella italiana che ha vissuto una dominazione vaticana per secoli.
Liberarsi da questo retaggio, vuol dire, cercare insieme gli strumenti legislativi che possano garantire la tutela, della coppia, del matrimonio, della filiazione e aggiungo anche dell'adozione per qualsiasi unione che potrà essere anche formata da non eterosessuali.
La figura della madre è insostituibile, non può essere negato né a livello prettamente umano, come esperienza personale, né a livello scientifico; l'equilibrio psicologico di un bambino è qualcosa di delicato e difficile, che viene influenzato da mille varianti, il feedback che si crea fra un neonato e sua madre è qualcosa di insostituibile e unico, basti pensare al linguaggio che viene istaurato fra la madre il bambino, fatto di suoni e movimenti che viene definito dalla psicologia evolutiva "maternese".
Qui non è in discussione la figura femminile, il ruolo della madre; qui ci stiamo arrogando il diritto di fare il traslato amore e coppia eterologa.
A me pare assurdo che il sentimento dell'affetto, dell'amore, della protezione, della capacità di insegnare come è fatto il mondo, di provvedere alla cura e alla educazione di un bambino siano assunti di esclusiva natura del matrimonio eterologo.
La storia ci insegna come l'educazione in Grecia e a Roma sia stata fatta per secoli attraverso il rapporto (non certo innocente) fra maestro e allievo, e la storia ci insegna come l'ispirazione e la fantasia di matrice prettamente gay sia patrimonio di artisti che hanno cambiato il volto all'arte (Oscar Wilde).
Oppure abbiano la paura che da coppie omosessuali crescano figli omosessuali? se così fosse il fenomeno dell'omosessalità sarebbe del tutto scomparsi dopo secoli di dittatura eterosessuale!
Il nodo sta nel trovare la forma legislativa che permetta la tutela del figlio e del diritto naturale alla solidarietà matrimoniale.
Tutt'oggi il tribunale dei minori vigila sul comportamento dei genitori, non è certo la morale cristiana che ci ha salvato dai maltrattamenti in famiglia e dalla pedofilia.
Cordiali saluti
Samuel De Santis