Viterbo 24 agosto 2005 - ore 18 - Senza Filtro - Lordinamento degli Enti Locali ha chiaramente disegnato le competenze dei vari organi comunali , attribuendo al Consiglio Comunale poteri di indirizzo e di controllo politico ed amministrativo con competenze deliberative tassativamente indicate allart. 42 del D. Lgs. n. 267\2000.
In virtù di ciò, il Consiglio Comunale nellapprovare il bilancio di previsione esercizio 2005, con la relazione revisionale e programmatica ha già individuato, in un atto fondamentale, le modalità di gestione del servizio relativo alla mensa scolastica. Infatti nel prospetto contabile alla funzione 04 servizio 05 intervento 03, nella parte corrente della spesa, è stato deliberato dal Consiglio stesso uno stanziamento pari ad euro 630.000,00 necessario al funzionamento dellappalto di che trattasi per lesercizio 2005.
Conseguentemente la Giunta Comunale approvava il P.E.G., individuando al cap. 101020\025 e 101020\034 Mense scolastiche Spese per la gestione in appalto di servizi comunali le somme assegnate al Dirigente per la gestione del servizio stesso.
E di tutta evidenza che linteresse collettivo risiede oggi in un sollecito svolgimento dellattività amministrativa demandata al Dirigente in quanto titolare della potestà gestionale (art. 107 del citato D. Lgs. n. 267\2000 responsabilità delle procedure dappalto e di concorso).
Alla luce di ciò il dirigente con atto n. 6563\2005, determinazione a contrattare ai sensi del vigente Regolamento per i contratti, ha dato inizio alle procedure necessarie per laffidamento quinquennale, tramite pubblico incanto, del servizio di mensa, approvando contestualmente lallegato schema di capitolato dappalto.
La IV Commissione consiliare, come giustamente ricordato dal consigliere Prestininzi, è stata interessata della pratica (vedi verbali del 23\6, 30\6 e 14\7\2005). La stessa ha dibattuto a lungo anche su aspetti gestionali e tecnici (tabelle dietetiche, modalità di accesso alla gara, ecc.) suggerendo soluzioni che poi sono state al 90% accolte e recepite dal Dirigente nella citata determinazione a contrattare n. 6563\2005.
Il consigliere Prestininzi e i consiglieri di minoranza dimenticano però che le riunioni della Commissione non sono sfociate in alcuna votazione perché fu chiarito nelle sedute di che trattasi che la competenza della pratica era del dirigente (si vedano al riguardo anche le dichiarazioni in tal senso, nella seduta del 14\7, del Consigliere dei D.S. Mancinelli).
Per ciò che concerne la decisione del Consiglio di Stato Sezione V n. 9301 del 31\12\2003, è opportuno rilevare che tale sentenza non è stata presa a Sezioni unite e che la vicenda, oggetto di tale atto, è più complessa di quello che può apparire leggendo il dispositivo.
Se fosse vero lassunto che si desume leggendo letteralmente lart. 42, comma l) del D. Lgs. n. 267\2000, ogni appalto sarebbe di competenza del Consiglio Comunale, compresi quelli, per esempio, di manutenzione delle fotocopiatrici o per la fornitura di giornali.
E evidente che il legislatore ha voluto riservare non al Consiglio tali adempimenti tecnico-gestionali ed infatti nel medesimo articolo, ai commi i) ed l) testualmente recita:
Sono di competenza del Consiglio:
-le spese che impegnino i bilanci per gli esercizi successivi, escluse quelle relative alle locazioni di immobili ed alla somministrazione e fornitura di beni e servizi a carattere continuativo;
-acquisti ed alienazioni immobiliari, relative permute, appalti e concessioni che non siano previsti espressamente in atti fondamentali del Consiglio o che non ne costituiscano mera esecuzione e che, comunque, non rientrino nellordinaria amministrazione di funzioni e servizi di competenza della Giunta, del Segretario o di altri funzionari.
Per quanto concerne la clausola del capitolato che prevede, per la partecipazione alla gara, la disponibilità a qualsiasi titolo di un centro cottura nel Comune di Viterbo, si precisa che anche tale argomento è stato dibattuto in IV Commissione Consiliare. È stato evidenziato da parte dellAss. Rotelli che è assolutamente necessario che la commissione giudicatrice esamini e prenda visione di tale struttura e delle relative attrezzature. È impossibile aggiudicare un appalto sulla carta, senza valutare concretamente gli investimenti tecnici, le risorse e quantaltro consenta un ottimale funzionamento del servizio mensa.
Se per assurdo si aggiudicasse la gara prescindendo da tale verifica si potrebbe correre il rischio che al momento dellinizio dellattività della mensa, la ditta vincitrice, per qualsiasi motivo, non sia in grado di mantenere fede a quanto prospettato (si pensi alle dotazioni tecniche e ai nulla-osta sanitari tanto importanti a tutela della salute degli utenti). A quel punto cosa si farebbe? Si aggiudicherebbe alla seconda in classifica e questa nel frattempo sarebbe ancora disponibile?
Appare evidente lassurdità di tale eventualità e nel contempo il pericolo di cambiare il gestore della mensa durante lanno scolastico. Che qualità e quale impegno garantirebbe la ditta non aggiudicataria della gara nel periodo di transizione?
Una clausola del capitolato inoltre prevede la salvaguardia del posto di lavoro per gli attuali sedici lavoratori impegnati nel servizio. Tali lavoratori si aspettano dallamministrazione comunale di poter continuare a lavorare nella nostra città e non in altro comune lontano dalle loro residenze e quindi dalle loro famiglie.
Lobbligo della localizzazione del centro cottura nel Comune di Viterbo è inoltre connesso al trasporto dei pasti nei 26 plessi scolastici sparsi nel nostro territorio. È evidente che una qualsiasi più distante localizzazione comporterebbe una serie di problemi logistici, tecnici, igienici ed alimentari assolutamente non secondari.
Enrico Maria Contardo
Consigliere Comunale