Bolsena 24 agosto 2005 - ore 18 - Senza Filtro -Una delegazione di pescatori professionali e di operatori turistici di Bolsena nei giorni scorsi ha incontrato le forze politiche dellUnione per interessarle ad un grave problema che sta investendo gli operatori di queste categorie che utilizzano gli arenili lacuali per svolgere le loro attività.
Allincontro era presente anche lex sindaco e attuale direttore generale della Provincia di Viterbo Luciano Dottarelli, appositamente invitato perché profondo conoscitore della problematica e da anni in prima fila nel rivendicare il diritto degli utilizzatori del demanio idrico a svolgere la loro attività in un quadro di certezze normative ed a condizioni eque e non vessatorie.
Da sempre infatti sia i Comuni che i privati concessionari di aree demaniali per la pesca, la balneazione e il commercio si trovano ad operare in una situazione di grande confusione ed incertezza.
La tradizionale inefficienza dellamministrazione statale nel gestire i demani venne ad essere aggravata dal conflitto di competenze con le Regioni dopo lemanazione del DPR 616/1977 e per lungo tempo non è stato possibile neanche individuare con certezza lente competente al rilascio dei disciplinari di concessione.
Nel 2004 la Regione Lazio, governata dal centrodestra, in attesa di emanare una legge regionale in materia di concessioni relative alle pertinenze idrauliche ed alle aree fluviali, alle spiagge lacuali ed alle superfici e pertinenze dei laghi, ha approvato un regolamento che ha disciplinato nuovamente il rilascio delle concessioni.
Sulla base di quel regolamento, negli ultimi mesi l Agenzia Regionale Difesa del Suolo (A.r.di.s) ha rilasciato alle ditte richiedenti i nulla osta ai fini tecnico-idraulici per pratiche avviate ormai da alcuni anni.
Potrebbe sembrare il preludio al rilascio del sospirato provvedimento di concessione che dovrebbe regolarizzare posizioni di utilizzazione ultradecennale per le quali sono state già pagate numerose annualità di indennizzo per occupazione senza titolo.
In realtà le comunicazioni ricevute sono la coda amministrativa della gestione confusa della materia del demanio idrico che la Giunta Storace ha fatto in cinque anni di governo della Regione e aprono nuovi problemi per gli operatori.
Infatti, tra le varie prescrizioni, lA.r.di.s. nel rilasciare il proprio nulla osta prevede la costituzione di un deposito cauzionale a garanzia degli obblighi contrattuali che in qualche caso arriva anche alla considerevole cifra di 100.000 euro, da effettuarsi tramite polizza fidejussoria bancaria od assicurativa.
I privati che utilizzano le aree demaniali per le loro attività turistico-ricreative o di pesca professionale considerano eccessiva lentità delle somme richieste e contestano il fatto che non siano esplicitati i criteri tecnici adottati e i coefficienti di valutazione utilizzati per pervenire alla determinazione degli importi.
Tale assenza di criteri lascia inoltre del tutto indeterminata la consistenza del canone annuo che dovrà essere pagato per lutilizzazione e impedisce ai concessionari di effettuare i propri calcoli di convenienza economica per decidere se procedere o no al perfezionamento del titolo autorizzativo.
Anzi, considerato che in precedenti circolari il Ministero delle Finanze ha ritenuto equo indicare lentità del deposito cauzionale in due mensilità del canone annuo, cifre così alte fanno presumere che saranno imposti canoni esagerati, che inciderebbero eccessivamente su attività che hanno nella maggioranza dei casi carattere esclusivamente stagionale.
I rappresentanti dei partiti del centrosinistra hanno apprezzato il fatto di essere stati individuati come interlocutori credibili per la battaglia che i pescatori professionali e gli operatori commerciali e turistici stanno portando avanti per modificare il procedimento e si sono impegnati a rappresentare le loro legittime istanze presso la nuova Giunta Regionale del Lazio.
I partiti dellUnione di Bolsena