Viterbo 23 agosto 2005 - ore 17 - Riceviamo e pubblichiamo -Orte Scalo ricorderà leccidio del 29 agosto 1943. Nel corso della santa messa celebrata nella chiesa di S. Antonio i giovani di allora, che vissero le distruzioni della guerra ed ai giovani verranno esortati a creare i presupposti morali per una vera cultura di pace nellintimo di ciascuno, per poi esprimere concreti atteggiamenti di accoglienza e di solidarietà nella società civile.
Ricordiamo che il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha recentemente conferito al Comune di Orte la Medaglia di bronzo al Valor Civile, in memoria del sacrificio delle vittime del bombardamento subito da Orte Scalo il 29 agosto 1943.
Listanza alla Presidenza della Repubblica era stata presentata dal Comitato, presieduto da Enrico Bernardini, per il tramite del Comune di Orte.
Lonorificenza è stata consegnata nel corso di una partecipata cerimonia il 3 febbraio scorso dal prefetto di Viterbo, Carlo Alfiero.
La medaglia di bronzo aveva affermato il prefetto Alfiero rappresenta un tangibile riconoscimento al sacrificio di numerose vittime civili dei bombardamenti dellultimo conflitto, dai quali è derivata la quasi totale distruzione dellabitato e delle strutture industriali e commerciali di Orte Stazione.
Ricostruiamo i fatti. Il 29 agosto 1943, nella mattinata di unassolata domenica, Orte Scalo subisce un drammatico bombardamento, concentrato sulla stazione ferroviaria e, per errore, sulle abitazioni civili.
Le bombe provocarono 114 vittime innocenti, che o accolte e ricomposte nella chiesa. Il parroco-costruttore della chiesa di S. Antonio, P. Geremia Subiaco, rimasto solo, veglia le vittime in chiesa, di fatto consacrata con il sangue degli stessi fedeli che avevano affiancato il parroco nella sua prodigiosa edificazione.
P. Geremia, per volontà unanime della popolazione, fu successivamente nominato presidente del Comitato per la Ricostruzione. Tutta la popolazione della borgata, come affettuosamente amava definirla Padre Geremia, è stata invitata a ricordare le vittime innocenti ed il suo primo parroco, il punto di riferimento di tante famiglie e di intere generazioni di giovani.
Lesempio che ci viene dalla popolazione e da P. Geremia è quello della volontà di perseguire il miglioramento del presente, costruendo giorno per giorno la comunità civile e religiosa locale su solide basi di laboriosità, solidarietà e spirito di collaborazione.
Alla cerimonia del 29 agosto prenderanno parte come da una consolidata tradizione, oltre allAmministrazione ed al Consiglio comunale, numerose rappresentanze di Associazioni Combattentistiche, dellAeronautica Militare di Orte e delle Forze dellOrdine.
Lo scrittore Mario Pucci, che visse direttamente lesperienza della guerra e della ricostruzione di Orte Stazione, descrive nel suo libro Guerra a primavera e Orte Scalo
.ricordo i fatti, così nitidi nella loro drammaticità.
Il 29 agosto 1943 iniziò come una giornata perfetta. Aria mitigata dai temporali, cielo azzurrissimo, serena quiete del giorno domenicale.
Ma a metà mattina suona l'allarme. Solito esodo frettoloso ma non troppo, corsa in collina tra schiamazzi e fresche risate. Sarebbe durato poco, poi tutti di ritorno a casa.
Ecco il rumore in avvicinamento dei bombardieri che tutti credono come al solito di passaggio. Invece, arrivati gli aerei, qualche cosa di nuovo e di orribile accadde.
Un urlo tragico immenso disumano squarcia l'aria, insieme a boati enormi e profondi in rapida successione. Polvere e fumo oscurano il sole, piovono massi, tronchi d'albero, rami e foglie lacerate. E' il finimondo, il caos.
La sera un centinaio di corpi senza vita, dilaniati e sfigurati, di ogni età e condizione, fanno da tappeto al pavimento della chiesa rimasta miracolosamente quasi intatta, e con i soccorritori, si aggira un Padre Geremia stravolto dal dolore e stremato dalla fatica. Erano tutti suoi figli. Mai avrebbe immaginato che la "sua" chiesa sarebbe stata per tanti di loro l'ultimo rifugio.
Molti i feriti gravi che sarebbero morti la notte e nei giorni seguenti. I bombardieri avevano appena sfiorato gli obbiettivi militari: le bombe erano cadute, nei pressi della stazione ferroviaria, sulle case civili e soprattutto sulla collina e nella piana del fiume.
Che tutti prendano esempio da questi eventi per ripudiare ogni forma di violenza e di guerra distruttrice!
Stefano Stefanini