Viterbo 1° agosto 2005 - ore 11 -"Non scendo sul piano della rissa rusticana. Iannarilli si pone da solo fuori dal partito dei moderati che stiamo costruendo"
Nando Gigli stigmatizza lo scatto dira del commissario di Forza Italia Antonello Iannarilli e torna a parlare di politica.
Un comunicato - afferma Gigli - , quello a firma Iannarilli, verbalmente violento, scomposto nei toni e dal registro linguistico rozzo e volgare, più vicino alla sintassi squadrista che a quella della dirigenza a cui i partiti in democrazia ci hanno abituato.
Proprio mentre lintero centrodestra è impegnato a gettare le fondamenta della futura casa dei moderati, proprio mentre ci si interroga sui valori comuni di questa nuova compagine politica, improntati alluso della ragione, del buon senso, della prudenza e della sobrietà che devono guidare questo nuovo percorso, Iannarilli, con le sue urla scomposte si chiama fuori da solo. Viene da chiedersi perché nel 99, quando tanti amici, condividendo la mia decisione di aderire al partito di Berlusconi non esitarono a lasciare le formazioni in cui militavano, nessuno gridò allo scandalo né si strappò le vesti".
Ma Gigli non sembra disposto a scendere sul pano della rissa.
"Per evitare equivoci - continua -, metto in chiaro fin da subito che sono pronto ed aperto ad ogni tipo di confronto si voglia mettere in essere, ma se il tentativo è quello di creare un clima da rissa rusticana ribadisco la mia totale indisponibilità a questo tipo di politica.
Viene da chiedersi quanti siano davvero in politica questi moderati che potranno realmente rispondere allappello lanciato dai presidenti di Camera e Senato.
Il fatto è che la cultura politica non si inventa, non si pianifica con il marketing, le scelte di un partito non possano essere calate verticisticamente e imposte dallalto, debbono essere il frutto di una lunga scuola di confronto, di rispetto per tutte le posizioni, cominciando da quelle degli avversari".
Quanto, poi, al Iannarilli che prova ad indossare le vesti del censore e tenta di trascinare Gigli sul terreno della mancanza di moralità perché percepirebbe non una, ma due indennità di carica, il deputato viterbese torna a chiarire la questione.
Ho già pubblicamente affermato che percepisco una sola indennità, così come la Legge prevede, chi ha prove contrarie le fornisca pure alla magistratura. Non ho nulla da nascondere e troppa esperienza per cadere in certe trappole. Se, ad oggi, non mi sono dimesso da deputato è solo per non vedere consegnato questo territorio definitivamente alla sinistra, come è già accaduto in occasione delle elezioni provinciali. E credo che il mio comportamento non abbia nulla di egoistico o di personale, ma vada proprio nella stessa intenzione del presidente Berlusconi e dellintera Casa delle libertà.
Comprendo lacredine di Iannarilli e dei suoi compagni che, oggi, messi improvvisamente a pane e cicoria rispetto alletà dei simposi luculliani, non cè dubbio debbano mordere il freno e schiumare rabbia.