Viterbo 18 agosto 2005 ore 9 Senza Filtro - La produzione di patate dellAlto viterbese è uno dei valori aggiunti delleconomia agricola laziale. Lo ha dichiarato lAssessore allAgricoltura della Regione Lazio, Daniela Valentini, durante lincontro con le cooperative produttrici di patate, tenutosi presso il Consorzio Cooperativo Ortofrutticolo Alto Viterbese (C.C.OR.A.V.) di Grotte di Castro (VT).
La zona dellAlto Viterbese, con i comuni di Grotte di Castro, S.Lorenzo Nuovo, Gradoli, Latera, Bolsena, Onano e Valentano, è una delle più importanti produttrici di patate a livello nazionale.
Con 50.000 tonnellate prodotte, di cui il 40% nel comune di Grotte di Castro, 1000 produttori interessati, e di questi circa 500 con una consistenza aziendale significativa, le patate vantano il 75% della produzione della zona. Gran parte delle vendite è destinata al mercato nazionale (75%) e regionale (20%), tramite la grande distribuzione (80%) e il dettaglio tradizionale (15%).
La patata dellAlto Viterbse può inoltre vantare ben 4 marchi di qualità: Prodotti Tipici Alta Tuscia, Produzione Integrata, Sistema Qualità UNAPA, Tuscia Qualità. È invece in itinere la richiesta di riconoscimento IGP.
La patata rappresenta il riferimento più importante per leconomia della zona prosegue la Valentini nonché uno dei vertici di qualità dellagroalimentare regionale e nazionale. Tutto questo grazie allo sviluppo della cooperazione, alla presenza di grandi strutture di conservazione e stoccaggio e al bagaglio di esperienze acquisite dai coltivatori.
Vogliamo che questo prodotto sia uno dei punti di forza delle politiche di filiera su cui stiamo lavorando allinterno del Tavolo Agroalimentare, avviato da più di un mese. Lobiettivo principale del nostro lavoro è quello di creare un sistema di filiere laziale che sappia muovere dalle singole vocazioni territoriali, puntando sulla valorizzazione dei prodotti regionali e sulla loro commercializzazione, in direzione innanzitutto del mercato romano, poi di quelli nazionale ed internazionale.
Ogni filiera sarà un percorso fatto non solo di prodotti enogastronomici, ma anche di cultura, tradizioni e turismo rurale. È dunque un percorso che, da una parte, mira ad evidenziare il ruolo multifunzionale ormai raggiunto dalla nostra agricoltura, dallaltra, a programmare lo sviluppo del mondo agricolo regionale nel medio e lungo periodo, rendendolo competitivo sul mercato attraverso unofferta di alta qualità e a prezzi calmierati. Attraverso appositi accordi con la grande distribuzione, il nostro intento è infatti quello di accorciare le filiere, in modo da rendere più stretto il rapporto tra produzione e consumatore finale e contenere il prezzo dei prodotti.
Il Lazio conclude lassessore ha quindi un importantissimo patrimonio agricolo, le cui basi produttive vanno rafforzate attraverso investimenti mirati e lo sviluppo di legami associativi tra le aziende. È infine un patrimonio che va valorizzato e commercializzato in un ottica che sia, al tempo stesso, di programma e di sistema. Solo così potremo affrontare le sfide che già da oggi si pongono allagricoltura della nostra regione, puntando ad un modello che possa essere da esempio e da traino anche per le altre realtà regionali.